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29 marzo 2024

Conegliano

"Sono solo passata dall'altra parte"

L'addio a Marta, che aveva commosso il Papa

| Silvia Ceschin |

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| Silvia Ceschin |

Marta Meneghetti

CONEGLIANO - Il Duomo di Conegliano era gremito questa mattina per l’addio a Marta Meneghetti, biologa 36enne originaria di Conegliano e residente nel padovano col marito, scomparsa martedì scorso dopo una lunga lotta contro il tumore.

E’ stata lei a scegliere le parole di Sant’Agostino per l’ultimo saluto a parenti, amici e conoscenti. Ha chiesto che fosse letto in chiesa, nel giorno dei suoi funerali, il vangelo secondo Luca nel punto in cui si racconta l’incontro di Marta e Maria con Gesù. La sua volontà è sgorgata dalla voce e dalle parole di padre Silvano Volpato che, nella malattia, ha seguito il percorso di avvicinamento alla fede della giovane donna prematuramente scomparsa. “Hai scelto questo passaggio del vangelo appena saputo della tua malattia. – ha ricordato padre Silvano nell’omelia – Era la fine di agosto 2013. Ci hai sempre spiazzati, sorpresi con la tua capacità di riprenderti.

Anche nella malattia hai continuato a insegnare, a coltivare le amicizie e gli affetti, hai smosso mezzo mondo. Hai scritto anche al Papa e lui ti ha telefonato instaurando con te un rapporto che ti ha donato forza nel dolore del percorso”. Il suo esempio battagliero è impresso nei ricordi dei colleghi scout dei gruppi trevigiani e padovani di cui Marta ha fatto parte. Un esercito in divisa, fazzoletto al collo e pantaloni corti nonostante il freddo, ha salutato ieri con grande commozione Marta.

Tutta la comunità, si è stretta al dolore della sorella Sara, del papà Antonio e del marito Alessandro. I versi da lei scelti, sono stati l’arrivederci che ha scaldato i cuori delle migliaia di persone venute a salutare Marta per l’ultima volta. “La morte non è niente. Sono solamente passato dall'altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. […] Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace”. Silvia Ceschin

 


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