Vittorio Veneto - Poveri in canna. Poveri in Comune.

Non è un proprio bel Natale, no. Lo sbrilluccichio delle feste rifulge. Ma solo per i soliti. E comunque non per tutti. Nella conferenza stampa di fine anno, organizzata dall'amministrazione comunale di Vittorio Veneto, l'assessore ai Servizi sociali Giuseppe Maso non ha fatto lo struzzo. Non ha nascosto la testa sotto la sabbia dell'ipocrisia.

Maso ha detto chiaramente che se nel 2009 le domande per il contributo minimo vitale da parte del Comune sono state inferiori alle aspettative (in totale 185 richieste; nell'anno precedente le domande erano state una decina in meno) nel 2010 e nel primo semestre del 2011 le richeste di sostegno finanziario da parte del Comune saranno "un fiume in piena".

Nel 2009, 185 persone hanno beneficiato dei 179 mila euro che il Comune aveva stanziato per chi aveva difficoltà economiche gravissime. "Le domande - precisa l'assessore Maso - sono state una cinquantina al mese. Ma nei prossimi anni saranno destinate a un incremento notevole. Perché anche chi è stato licenziato, una volta che l'effetto "Cassa integrazione" sarà finito dovrà fare i conti col costo della vita."

L'assessore Maso è dunque consapevole che anche se a Vittorio Veneto l'"ultimo barbone" ha scelto di morire e di vivere ai margini della società, per propria volontà, la crisi economica e occupazionale nei prossimi mesi vedrà i servizi sociali impegnati a soddisfare richieste dettate da non da una volontà individuale. Ma, piuttosto, da un crinale, che non ha - per il momento - altre vie di sbocco che quelle della solidarietà.