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28 marzo 2024

Treviso

Lo smartworking penalizza le donne e serve solo ad aumentare il loro carico di lavoro

Rossana Careddu, segretaria generale del Nidil di Treviso (Cgil): "Bisogna contrattualizzare al più presto il lavoro agile per evitare che le donne ne escano con le ossa rotte"

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

lavoratrici

TREVISO - “Lo smartworking sta mettendo le donne all’angolo”. Rossana Careddu, segretaria provinciale del Nidil (Nuove identità di lavoro) della Cgil non ha dubbi: “Siccome il part-time è diffuso soprattutto tra le lavoratrici - che devono anche sobbarcarsi il lavoro di cura - farle operare da casa è stato quasi un automatismo”.

Insomma per aiutarle a coniugare i tempi casa-lavoro…
E’ un retaggio culturale che lo smartworking rischia di portarsi avanti. Si parla di “diritto muto”: è naturale che le donne – e non solo quelle con figli – debbano occuparsi della vita familiare. Se capita che sia un uomo a provvedere, è una eccezione che va addirittura premiata.

Sbagliato, da parte delle donne, accettare di fare il part-time?
Alla donna che è anche mamma spesso si offre un part time non richiesto e il suo apporto in famiglia sarà economicamente inferiore. Io esercito a tempo pieno però le racconto cosa è successo al momento di assumere l’incarico di segretaria generale del Nidil.

Prego
Ero in attesa del mio secondo figlio. La domanda che mi è stata posta è stata: “Le è mai venuto il dubbio di non accettare l’incarico?” Se fossi stato un uomo, secondo lei, mi sarebbe stata posta la medesima domanda? Sarebbe stato rilevante che stessi diventando padre per la seconda volta?

Come ci si dovrebbe regolare allora?
Deve essere prima di tutto riconosciuta una parità nell’ impiego di questo strumento. Che non va assolutamente demonizzato, anzi: se debitamente contrattualizzato consente di bilanciare correttamente tempi di vita e di lavoro.

Quali dovranno essere i punti imprescindibili di un contratto che contempla il lavoro agile?
Il diritto di disconnessione, innanzitutto. Quando lavoro in ufficio, a un certo punto esco e vado a casa. Quando invece sono in smartworking non sono mai disconnesso perché vivo due mondi paralleli sotto lo stesso tetto. Non ho mai un momento di stacco e le donne subiscono ancora di più questo stato.

Come durante la didattica distanza nel primo lockdown, giusto?
Proprio così: le mamme hanno fatto lavoro agile e contemporaneamente i compiti. Fare scuola al sabato mattina, con i genitori generalmente più liberi dal lavoro, è stato impensabile da parte di molti istituti.

La modalità “agile” diventerà parte integrante del lavoro nel post pandemia?
Sì ma vanno stabiliti limiti e modalità di utilizzo, garantendone l’accesso anche a chi è di sesso maschile. Non deve essere una prerogativa delle donne.

Alcuni vantaggi – in taluni ambiti anche rilevanti – lo smartworking ne apporta.
Una flessibilità notevole sicuramente a vantaggio di chi deve occuparsi del lavoro di cura ed è privo di una rete sociale su cui poter fare affidamento: quando manca il “nonnisitting” o una struttura che accolga i miei figli mentre sono fuori casa per lavoro; oppure se non posso usufruire di un centro diurno che ospiti un genitore anziano.

Come sindacato state lavorando al contratto per il lavoro agile?
Il Coordinamento politiche di genere della Cgil provinciale, nei mesi scorsi, ha predisposto un questionario dal quale auspichiamo possano scaturire linee guida di contrattazione. Che evitino alla donna di uscirne con le ossa rotte.

 


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Roberto Grigoletto

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