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28 marzo 2024

Treviso

Smartworking, cassa integrazione, diritto alla disconessione: "Gli impiegati trevigiani necessitano di nuove tutele"

In Provincia di Treviso rappresentano circa l’80% della forza lavoro, Femca Cisl: "Disagi crescenti per questa categoria di lavoratori"

| Isabella Loschi |

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impiegati e smartworking

TREVISO - Lavoro agile non regolamentato, richieste di presenza online nonostante la cassa integrazione, pressioni logoranti da parte della dirigenza. I nuovi oppressi del mondo del lavoro sono gli impiegati che in provincia di Treviso rappresentano ormai l’80% della forza lavoro.

In particolare per quanto riguarda la fabbrica tessile e calzaturiera cambiata rispetta al passato e con essa si modificano le necessità di tutele da parte dei lavoratori.
“Se negli anni Settanta le grandi battaglie sindacali erano contro lo sfruttamento della classe operaia oggi ad essere oppressa e sfruttata è la parte impiegatizia”, - spiega il segretario generale della Femca Cisl Belluno Treviso Gianni Boato - I processi di delocalizzazione dei decenni passati hanno svuotato le produzioni e riempito gli uffici: nelle sedi aziendali rimangono le divisioni amministrative e commerciali, il marketing e la comunicazione e - oggi più che mai - l’e-commerce e la logistica. Sempre più “colletti bianchi”, sempre meno operai. Con bisogni di tutele e nuovi perimetri dei diritti da ridisegnare secondo il sindacato Femca: “Nel 2020, l’80% delle nuove iscrizioni al sindacato nel settore del Tessile e calzaturiero nella Marca è rappresentata da impiegati, come del resto le nuove rappresentanze votate trovano sempre maggiore interesse da parte degli impiegati”.

“La recente notizia - commenta Boato - sul gruppo di dipendenti Google che segretamente ha dato vita al primo sindacato della Silicon Valley è dirompente ed è un segno dei tempi. Se infatti oggi i lavoratori del manifatturiero sono impegnati a mantenere la rotta in riferimento ai diritti acquisiti sul campo per quanto riguarda gli impiegati e i quadri c’è un gran bisogno di sindacato. Una necessità che emerge chiaramente nelle aziende tessili e calzaturiere del territorio, dove i disagi per questa categoria di lavoratori sono crescenti”.

Lo dimostrano in maniera evidente i dati sulla cassa integrazione: il 90% del personale impiegatizio dallo scorso marzo ha fatto costantemente cassa integrazione almeno un giorno la settimana, mentre gli operai in alcune aziende hanno ripreso normalmente il lavoro, o comunque hanno utilizzato meno giornate di cassa. Ma i “colletti bianchi” sono stati anche i primi ad avventurarsi in un nuovo ambito quasi inesplorato: lo smartworking. “L’utilizzo massiccio del lavoro agile - sostiene Boato - ha fatto emergere molte nuove criticità: basti pensare al tema del diritto alla disconnessione, ma anche allo smartworking abbinato alla cassa integrazione, con una linea sottile di demarcazione spesso superata da parte della dirigenza”.

Lo scenario sempre più diffuso fra gli impiegati trevigiani è di frustrazione e malcontento, “una situazione che nel peggiore dei casi vede addossare le colpe dei fallimenti a lavoratori che hanno fatto la storia dell’azienda e che si sono sempre adoperati per il bene aziendale, dipendenti che sempre di più iniziano a vivere dei disagi psicologici dovuti al non ritrovare più il loro ruolo all’interno dell’impresa”.

 


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