Smart Working e sicurezza digitale: Quali strumenti scegliere nel 2025?

Quella dello Smart Working (o lavoro da remoto) è ormai una realtà consolidata anche in Italia. Se da un lato questa modalità offre maggiore comodità ai lavoratori, dall’altra espone in maniera ancora più evidente le aziende al rischio di minacce e violazioni di dati sensibili.
Non a caso, secondo l’osservatorio Cyber della società CRIF, le segnalazioni di minacce informatiche nel 2024 nel nostro Paese sono cresciute del 13,5% rispetto allo scorso anno.
Ecco perché, negli ultimi anni, il tema della cybersecurity è diventato di estrema importanza per i professionisti di nuova generazione, ed è possibile dotarsi di numerose misure di sicurezza per proteggere le proprie informazioni personali quando si naviga online.
Ma quali sono, in effetti, gli strumenti di cui è possibile servirsi per rafforzare la propria sicurezza digitale nel 2025? Ecco alcune soluzioni che rappresentano i veri e propri “must” per navigare sereni.
VPN e reti crittografate
Stando ai dati raccolti negli ultimi anni, i cyber attacchi più diffusi nel nostro Paese includono:
- Attacchi di tipo Ransomware
- Phishing
- Attacchi Zero-Day
- Attacchi Man in the middle (MITM)
L’obiettivo dei cybercriminali, in ogni caso, è quello di accedere ai dati personali dell’utente, in modo da venderli, richiedere un riscatto in denaro al malcapitato o semplicemente per tentare l’intrusione in conti bancari e altre applicazioni per la gestione del denaro. Nel 2025, insomma, l’utilizzo di una rete VPN è fondamentale.
È ormai possibile prendere differenti VPN a confronto in modo da scegliere il servizio più intuitivo e adatto alle proprie esigenze. Questa soluzione, infatti, consente di crittografare il proprio traffico dati e di nascondere il proprio indirizzo IP.
Grazie alla protezione di una VPN, per i malintenzionati risalire alla posizione geografica o alle attività online di un utente è decisamente più complicato.
Autenticazione a 2 fattori (2FA)
Scegliere una password complessa per accedere alle proprie app è sempre consigliato, ma non basta più per garantire la sicurezza del proprio account al 100%. Le moderne soluzioni MFA, infatti, utilizzano:
- Dati biometrici
- Token fisici
- Codici OTP
- Altre app per convalidare l’accesso sicuro ai sistemi di lavoro.
L’autenticazione a 2 fattori rappresenta quindi una misura fondamentale nel 2025, e proprio per questo motivo buona parte dei servizi online la suggerisce ai propri utenti.
Nel caso in cui si verifichi un tentativo di intrusione da parte di estranei all’interno del proprio sistema, il sistema 2FA avverte l’utente proprietario attraverso un SMS o un messaggio di posta elettronica. Senza approvazione, insomma, gli hacker non potranno che rinunciare all’attacco.
Consapevolezza e prudenza
Ovviamente, tutte queste misure di sicurezza devono andare di pari passo con un atteggiamento prudente e una consapevolezza dei rischi online da parte degli utenti. Il fattore umano, come la distrazione e l’ignoranza, resta infatti uno dei primi fattori di rischio quando si naviga in rete.
Proprio per questo motivo, negli ultimi anni, le aziende somministrano ai propri dipendenti corsi di formazione e di aggiornamento per metterli in guardia dai pericoli di internet. Non si tratta di premura fine a se stessa, sia chiaro.
Si stima, infatti, che ciascun attacco hacker costerebbe alle aziende del nostro Paese ben 4,37 milioni di euro. Una seccatura, insomma, che va evitata non solo per i rischi legati alla propria sicurezza personale, ma anche per l’economia della propria attività.