Siccità: cava Baracche diventi un bacino idrico di scorta
"Il Consorzio di Bonifica Piave ha riconosciuto la valenza strategica, geografica e logistica di Cava Baracche per crearne un bacino idrico"
VEDELAGO - Convertire una cava in bacino idrico: è questa la proposta del vicesindaco e assessore all’ambiente di Vedelago, Marco Perin. "Una proposta tutt’altro che estemporanea, maturata da parte di un’amministrazione comunale che da anni si batte per contenere l’escavazione del suolo, in un paese come quello di Vedelago, tra i più interessati dalla escavazione di ghiaia - si legge in una nota stampa del Comune -. Il luogo in questione è Cava Baracche, a nord di Vedelago, già al centro di approfonditi ragionamenti nel corso degli anni e con una pratica di ampliamento ancora in piedi.
Era infatti il 2007 quando i proprietari della cava - le ditte SuperBeton e Telve Rigo - presentano una prima istanza di ampliamento di 5 milioni di metri cubi. Passano 13 anni e nel 2020 le ditte propongono una modifica al progetto che, se da un lato ridimensiona l’ipotesi di estensione della cava richiesta fin dal 2007, dall’altro non rispetta la convenzione con il Comune che prevedeva anche interventi di viabilità nei pressi della cava e per il quale l’intero Consiglio Comunale, già lo scorso anno, ha dato parere contrario e sulla quale, ad oggi, la Commissione Via regionale non si è ancora espressa".
Spiega il vicesindaco, Marco Perin: “A distanza di un anno e mezzo dalla richiesta di modifica del progetto da parte dei proprietari della cava Baracche, vista la situazione di stasi e visto soprattutto il crescente problema della siccità che ogni anno si fa più grave, varrebbe la pena convertire la cava in un bacino idrico che funga da riserva e scorta di acqua per il territorio. Il tale senso, abbiamo già preso contatti con il Consorzio di Bonifica Piave che ha riconosciuto la valenza strategica, geografica e logistica di Cava Baracche per crearne un bacino idrico utile, in particolare, per l’irrigazione dei terreni agricoli nel periodo estivo.
E’ una proposta che va nella stessa direzione delle scelte finora portate avanti da questa amministrazione comunale, ovvero un no categorico a qualsiasi ipotesi di ampliamento di cava estrattiva. Vedelago in questi decenni ha già dato e, se nella parte sud del territorio è stata rinnovata l’autorizzazione ad escavare solo fino al 2030 ed è previsto un paio ambientale di riqualificazione in quanto le cave sono in falda, a nord, non intendiamo concedere più alcun metro cubo visto che le riserve di ghiaia attuali risultano sufficienti per almeno altri 15 anni. Per questo proponiamo un’alternativa che, oltre ad essere sostenibile e rispettosa dell’ambiente, risulta assolutamente utile per la collettività”.