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19 aprile 2024

Treviso

SGUARDO SUL MONDO In Brasile il Covid si abbatte su povertà e miseria

I racconti di padre Tonini, in attesa di ritornare in Amazzonia e di don Bovolenta, inviato a Manaus dalla diocesi di Treviso

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

SGUARDO SUL MONDO In Brasile il Covid si abbatte su povertà e miseria

TREVISO - Ciascuno vede la sua pandemia. Quella della propria città e conta i contagi del suo Paese. Si guarda in casa propria, e non è un mistero, da che mondo è mondo. E un mondo esiste oltre e fuori dal nostro. Dove sicuramente - in Africa, in Asia, in America latina – se la passano molto meno bene, per non dire assai peggio. OggiTreviso ha chiesto a chi in quei posti c’è o è stato per “missione” o ad altri che li osservano per lavoro, di raccontarci come stanno le cose – ma soprattutto le persone - nell’anno del Covid. Perché è una storia sempre poco ascoltata. Anche perché altrettanto poco se ne scrive.

Il nostro primo incontro è con un missionario del Pime, padre Ornello Tonini. Il suo istituto ha trovato recentemente ospitalità nell’ex convento dei frati della chiesa Votiva di Treviso. E’ in attesa di ripartire per l’Amazzonia a nord del Brasile, dove ha vissuto sin dal 1989 in una parrocchia di 20.000 anime a quattrocento km da Manaus. Quando è arrivato, la prima volta, è salito in battello ed è andato a trovare le cinquanta comunità meticce che vivono lungo i fiume, le più povere in assoluto, al limite della sopravvivenza: “Continuano a vivere di caccia e pesca in piccoli villaggi”. Ma la povertà, nell’intero lembo di Brasile di padre Ornello, “è quella delle baraccopoli”: non esiste una comunità, non c’è lavoro, rifiuti ovunque. “A scuola fino alla quarta, a che va bene”. Il Covid qui ha colpito parecchio con la prima ondata: “Nel comune di Parentis 6.400 contagiati, il dieci per cento degli abitanti”. Strutture e apparecchiature sanitaria (per non dire del personale) sono quello che sono: “Due ospedali, uno gestito dalla diocesi”. Anche lì si cerca di frenare la propagazione del virus con il lockdown, ma ha picchiato duro, il virus, sulle favelas. “Non capisco però per quale motivo, da qualche tempo la stampa locale non scriva più nulla della pandemia”.

A Manaus nel dicembre 2011 è invece stato inviato dalla diocesi di Treviso, “fidei donum”, don Roberto Bovolenta. Lavora in missione con altri due preti. Ci ha risposto con una mail: “La pandemia ha cambiato molto il nostro modo di vivere la pastorale ordinaria, imponendo un forte rallentamento. Fortunatamente non abbiamo avuto morti tra gli agenti di pastorale. Siamo in una fase di relativa calma nei contagi e morti. Domenica prossima in tutto il Brasile ci sarà il primo turno delle elezioni dei sindaci, poi con il Natale e capodanno vedremo alla prova dei fatti la situazione dei contagi e morti. In aprile e fino a metà maggio la situazione è stata ben pesante e a settembre si è rischiato di ricadere”. (1- Continua)

 



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Roberto Grigoletto

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