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24 aprile 2024

Treviso

Sgombero all’ex Telecom

Polizia in tenuta antisommossa per far andare via gli attivisti di Ztl Wake Up

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Sgombero all’ex Telecom

TREVISO – I ragazzi sono usciti, poi degli addetti hanno murato gli ingressi. Sono scattate verso le 15 di oggi, lunedì, le operazioni di sgombero dell’ex Telecom di via Dandolo, stabile occupato dal 27 dicembre scorso dai giovani del gruppo Ztl Wake Up.

I ragazzi hanno accolto gli uomini della polizia in assetto antisommossa intonando cori contro Gentilini, che più volte aveva sollecitato lo sgombero. La decisione di liberare lo stabile è stata presa questa mattina dopo un vertice in cui erano presenti il questore ed il prefetto.

I giovani che hanno occupato l’ex Telecom in queste settimane hanno fatto sentire la loro voce per protestare contro la mancanza di spazi di aggregazione per i giovani in città.

Nel corso di questo mese, all’interno dello stabile di via Dandolo, si sono svolti spettacoli di vario tipo, facendo diventare in qualche modo l’edificio lo spazio che manca in città. Inutile il tentativo di avviare il comodato d’uso dello spazio con la Telecom di questa mattina, quando gli occupanti hanno incontrato il prefetto.

Tanto che, appunto, nel pomeriggio è iniziato lo sgombero. Ieri mattina c’era stata un’assemblea molto partecipata dove gli attivisti avevano sottolineato l’intenzione di portare avanti un’esperienza che «ha regalato alla città uno spazio culturale attivo e libero dove discutere apertamente. Che a Treviso oggi manca».

Alberto Brochetta, trevigiano e senatore accademico di Ca’ Foscari per Azione Universitaria, riporta il suo parere sulla questione dell’occupazione all’ex Telecom, esprimendo il sentimento di gran parte degli universitari della Marca: «Gli edifici abbandonati ,anche a causa della terribile  crisi economica, non possono e non devono essere illegalmente occupati. Noi, rappresentanti degli studenti e degli universitari di Treviso auspichiamo un incontro fra l'amministrazione comunale e legittimi proprietari per una tempestiva riqualificazione, come avvenuto nel caso del bellissimo quartiere latino diventato centro vivo e intenso di studenti e universitari.

Le recenti ristrutturazioni del centro storico , spesso incoraggiate e sostenute dal comune , come il restauro del teatro comunale , l'apertura non lontana nel tempo della biblioteca "GIL" e più recentemente la ristrutturazione di porta San Tommaso con l'antistante nuova piazzetta testimoniano come Treviso abbia nuovi e vari centri di cultura e aggregazione giovanile. Aggirandosi per il centro il venerdì o il sabato sera non si può non notare quanti ragazzi e ragazze affollino piazza dei signori e i locali vicini ; inoltre nei pomeriggi le biblioteche sono colme. Per non parlare dei concerti, mostre ed esposizioni che hanno affollato le mura cittadine per tutta l'estate attraendo ragazzi anche da altri centri urbani. Insomma non credo sia giusto disperarsi per gli scarsi spazi ai giovani, e non so perché il collettivo parli a nome di tutti i ragazzi di Treviso, sono certo di non essere l’unico a non considerare un centro sociale come spazio giovanile ideale».

Raffaele Freda, rappresentante di giurisprudenza di Azione Universitaria, invece ne fa una questione di concetto oltre che pratica: «Tralasciando il fatto che i proprietari in questo momento non potrebbero disporre e godere del proprio bene, credo vada lodato il lavoro di pulizia e riordino svolto dai ragazzi del collettivo, ma se è un atto di civiltà, un’azione con la quale vogliono essere solidali con i cittadini e i giovani della zona, allora perché dopo averla compiuta non hanno abbandonato spontaneamente l’edificio?

Se credono di poter vantare un diritto sull’immobile perché l’hanno ripulito allora hanno cattive intenzioni; il loro comportamento ,apparentemente altruista, si sta trasformando nel comportamento di chi vuole usucapire il bene per appropriarsene a proprio unico vantaggio, e  non capisco quale gioia dovremmo provare per la prospettiva di ritrovarci un centro sociale dietro la stazione. E poi G.Gaber diceva che “la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione” lo condivido e che gli Ztl facciano proprio questo messaggio per le prossime attività aprendosi alla partecipazione giovanile più ampia possibile, ma come atto di semplice solidarietà».

L'operazione di sgombero è avvenuta senza incidenti. A dar man forte agli occupanti si erano schierati anche molti cittadini residenti nel quartiere, alla prima periferia di Treviso, vedendo nell'occupazione lo stimolo che potesse far rivivere un immobile inutilizzato da 20 anni. L'operazione della polizia è stata classificata come "una delusione" da parte del candidato sindaco del Pd, Giovanni Manildo, che si era impegnato per "avviare un dialogo sereno tra giovani e istituzioni".

 

Per la segretaria dell'Udc, Gianna Galzignato, l'occupazione rappresenta un "metodo da Robin Hood urbano con il quale non si conquista nulla e anzi, tutto finisce con l'intervento delle forze dell'ordine che trasforma un fatto politico in un mero avvenimento di cronaca".

 


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