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25 aprile 2024

Vittorio Veneto

Sforamento del Patto di stabilità del Comune di Vittorio Veneto

La ricostruzione secondo la Corte dei Conti, Sezione Regionale di controllo per il Veneto

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

Sforamento del Patto di stabilità del Comune di Vittorio Veneto

VITTORIO VENETO - Nei giorni scorsi dopo la "bomba" sullo sforamento del Patto di stabilità e la richiesta di una convocazione straordinaria del Consiglio Comunale per conoscere i fatti, si sono alzate barriere di fumo. Ha minimizzato il Sindaco Gianantnio Da Re, il cui giustificazionismo è stato avallato dal Governatore Zaia.

Probabilmente il Presidente del Consiglio, Ennio Antiga, titolare per avviare la procedura della convocazione, s'è dato la consegna del silenzio, forte della vecchia massima "ubi major, minor cessat".

Fuori di metafora si attende che passi la prossima settimana per cercare di sopravvivere.

I firmatari della richiesta del Consiglio straordinario dubitavano che potesse essere accolta, ma il loro obiettivo di fondo, ossia quello di far conoscere prima di tutto i fatti, è riuscito a cogliere nel segno.

Come per altre situazioni delicate, OggiTreviso prosegue la discussione, partendo dalle fonti.

La prima fase prevede la ricostruzione della vicenda, partendo dalle decisioni prese dalla Corte dei Conti.

In questo primo servizio ricostruiamo la scansione e la successione dei fatti, sintetizzando le 29 pagine della Deliberazione n. 176 della Corte dei Conti Sezione Regionale di controllo per il Veneto, depositata in segreteria il 25 /10/2010 e trasmessa al Consiglio Comunale, al Sindaco e all' organo di revisione dei conti del Comune di Vittorio Veneto.

Seguirà la ricostruzione delle vicende successive a tale data, contenute nella deliberazione del medesimo organo nella seduta del 29 aprile 2014 e pervenuta ai medesimi soggetti all'inizio di maggio.

La Corte dei Conti, attraverso la Sezione Regionale di Controllo per il Veneto, il 15 ottobre 2010 interviene la prima volta in merito allo sforamento del patto di stabilità. La stessa Corte nelle prime battute racconta i fatti, che l' attuale Amministrazione non ha mai voluto far conoscere né al Consiglio Comunale né tantomeno alla Città.

Alla vigilia delle elezioni appare opportuno che gli elettori sappiano come si siano svolte le vicende, anche per le conseguenze che ricadono non soltanto sugli amministratori, ma anche sui cittadini, che devono dare la fiducia ai propri nuovi rappresentanti.

In questa prima parte si preferisce operare con stralci dalla documentazione ufficiale per garantire la massima trasparenza sui fatti, ricostruiti dalla Corte. L'Amministrazione Comunale di Vittorio Veneto, nella relazione sul bilancio consuntivo 2008, "aveva concesso un credito di euro 1.500.000,00 a favore della società partecipata al 100% "Vittorio Veneto S.p.A" ( socio unico);

Il 22/10/2009 i due componenti del collegio dei revisori segnalavano che " l'operazione sopra descritta poteva configurarsi, per i fini e per le modalità che l'avevano contraddistinta, come elusiva del patto di stabilità. L'eventualità dello sforamento del patto di stabilità o dell'elusione del patto stesso era stata segnalata alla Corte dei Conti dall'organo di revisione in occasione dei pareri resi:

1. in sede di assestamento generale di bilancio 2008 ( 19.11.2008);

2. sul rendiconto dell'esercizio 2008 (24.7.2009)".

Alla luce di quanto sopra, il magistrato istruttore il 3.2.2010 chiedeva chiarimenti al Sindaco e al Presidente del Collegio dei revisori del Comune di Vittorio Veneto.

" Dall'esame degli atti pervenuti a corredo della relazione venivano rilevati i seguenti aspetti di interesse:

• l'operazione di proposta/accettazione/approvazione del finanziamento si era formalmente sviluppata e conclusa nei termini di due giorni (26-27 novembre 2008) a ridosso della scadenza prevista per l'assestamento generale di bilancio e contestualmente alla deliberazione del Consiglio Comunale (appunto il 27 novembre);

• peraltro, il Collegio dei revisori dei conti il giorno 19 novembre, nell'esprimere il proprio parere su detto assestamento, aveva espresso riserve sull'operazione stessa che poteva essere ritenuta, così come è strutturata elusiva del patto di stabilità; inoltre aveva rilevato che "appare essere contrario agli interessi della società partecipata ricorrere all'indebitamento al solo scopo di distribuire riserve, così come appare poco prudente per l'ente ritenere di poter senz'altro incassare il prestito da concedere senza alcuna precisa garanzia di restituzione";

• in sede di approvazione dell' assestamento generale del bilancio, da parte del Consiglio comunale, non risultava alcun riferimento né alla mancata operazione di alienazione del complesso "ex Mafil", né alle riserve formulate in sede di parere dei revisori dei conti;

• non era stata prodotta alcuna documentazione attestante la proposta di alienazione di porzioni dell'immobile "ex Mafil" da parte del Comune alla società partecipata che ne possiede già altre porzioni, né i motivi della mancata concretizzazione del progetto... Nel corso di audizione tenutasi il 18 maggio 2010 presso la sede di questa sezione regionale i rappresentanti del Comune, (sindaco, assessore al bilancio, segretario comunale) riferivano:

• di ritenere corretta l'operazione condotta pur in considerazione delle riserve espresse dai revisori;

• erano stati comunque richiesti pareri ad altri professionisti che invece non avevano sollevato riserve sul tipo di operazione;

• l'operazione stessa, era stata messa in pratica in assoluta buona fede;

• di riservarsi ulteriori notizie anche su altri argomenti emersi nel corso dell'incontro.

Il Comune di Vittorio Veneto il 9 giugno 2010 a firma del Sindaco inviava ulteriori atti giustificativi".

Alla luce di queste premesse la Corte dei Conti, dopo aver ricordato le premesse di carattere giuridico, proseguiva: " appare in primo luogo non meritevole di tutela l'interesse della società partecipata all'accensione di un prestito, che essa nemmeno richiede e che sembra quasi subire in presenza di una situazione patrimoniale assolutamente florida, come certificato dal collegio sindacale della società "Vittorio Veneto S.p.A", tale da rendere ingiustificato il ricorso a finanza derivata.

Le stesse circostanze temporali (giorni due) in cui la manovra si concretizza formalmente e la quasi contestualità delle stesse, ingenerano la convinzione che alla base dell'operazione non vi sia stato un vero e proprio accordo ma piuttosto il soddisfacimento di esigenze proprie unicamente del Comune, orientato al reperimento di liquidità e risorse - e di poste contabili - che anche la relazione dei revisori dei conti individua come finalizzate a non garantire il rispetto del patto di stabilità.

In secondo luogo, la "concessione di credito" appare finalizzata - per la mancanza di un piano industriale che prevede esplicitamente tale operazione - non già a un investimento, mai concretizzatosi, bensì ad un prestito per sopperire a esigenze di liquidità di cui la società non aveva peraltro bisogno, e correlate all'erogazione anticipata di dividendi della società stessa e di detrazione di poste di spesa che invece mutano sostanzialmente il saldo del bilancio comunale....

In sostanza, l'operazione conferma come il finanziamento sia stato concesso sine causa....

Le spiegazioni successivamente fornite dal Comune a seguito dell'audizione del 18 maggio 2010 nei confronti della partecipata appaiono " scollate" dal contesto dell'operazione all'esame, in particolar modo per quanto riguarda la cronologia delle varie fasi.

In terzo luogo, piegando la causa dei negozi nella direzione di una finalità non consentita, diviene senz'altro dubbia la qualificazione del prestito come concessione di credito e quindi, come tale, detraibile dalle spese ai fini del saldo finanziario di stabilità contrariamente a quanto ritenuto dal Comune di Vittorio Veneto...."

Questa la conclusione della Corte dei Conti:

" 1. accerta che, in base alle risultanze della relazione, il Comune di Vittorio Veneto ha sforato nell'anno 2008, il patto di stabilità per circa € 1.500.000,00 in violazione dell'art. 1, comma 557 della legge n. 296/2006;

2. invita l'Amministrazione comunale di Vittorio Veneto (TV) ad adottare i conseguenti provvedimenti ed a prestare la massima attenzione per il futuro al rispetto dei limiti posti dalla legislazione finanziaria". (fine parte prima)

 

CONTINUA

pietro.panzarino@oggitreviso.it

 
 

 


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