"Servono pedagogisti a una scuola che vuole cambiare"
Maria Angela Grassi, Presidente nazionale dell’Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani in esclusiva per OggiTreviso
ITALIA - Le intenzioni di Draghi e del suo Governo, sull’investimento da fare sulla scuola, sono anche buone. Ma c’è un ma. “Quello che più ci preoccupa è il fatto che non si è assolutamente contemplata l’azione pedagogica e si è totalmente ignorato il contributo che possono offrire i pedagogisti, in quanto specialisti dei processi educativi e formativi, al rinnovamento della scuola, soprattutto in una fase così difficile per le istituzioni scolastiche, peraltro già gravate da problemi amministrativi e organizzativi legati alla pandemia”. È quanto assicura Maria Angela Grassi, Presidente nazionale dell’Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani (Anpe).
Gli aspetti legati all’attività scolastica poi continuano a essere considerati prevalentemente secondo un'ottica psicologica, quasi dimenticando che la funzione primaria della scuola è quella pedagogica, quindi formativa. Le fragilità per le quali si rende necessario un supporto psicologico nascono prevalentemente da carenze educative, che in molte occasioni dimostrano l'assenza o la carenza di modelli educativi positivamente significativi. Aggiunge il vice presidente Anpe Andrea Scaffidi, che “in pratica di educazione e di formazione ne possano parlare tutti, anche coloro che non hanno acquisito un titolo di studio specifico per farlo, privando di autorità e quindi rendendo inutili i corsi di laurea magistrale in discipline pedagogiche, considerato che l’esercizio della professione di pedagogista non è regolamentato”.
L’auspicio dell’Associazione dei pedagogisti è che il nuovo Governo sostenga un’effettiva trasformazione della scuola, che coinvolga la progettazione di ambienti di apprendimento stimolanti, attraverso la riqualificazione e la formazione degli insegnanti. Oltre a ciò – conclude la presidente Grassi - auspichiamo l’istituzione dell’Ordine professionale e del relativo Albo, così come previsto dalla normativa vigente in materia di professioni intellettuali”.