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28 marzo 2024

Montebelluna

Sernagiotto, l'assessore armato: "Sono 30 anni che giro col revolver"

In Regione con la pistola: "Devo difendermi"

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Sernagiotto, l'assessore armato:

MONTEBELLUNA - Gira in Regione Veneto con il suo revolver P38 special a volte visibile, portato alla cintura, di cui si era armato quando, da imprenditore, temeva per la propria sicurezza. Protagonista della vicenda - come riferiscono i quotidiani locali - è Remo Sernagiotto (in foto), imprenditore di Montebelluna, oggi assessore ai Servizi sociali e passato nel gruppo della rinata Forza Italia. La pistola, come lui stesso racconta, gli fa "compagnia" da 30 anni con regolare porto d'armi e acquistata quando, da imprenditore, aveva ricevuto delle minacce.

 

Oggi - dice - la porta perché si muove spesso, da solo e fino a notte fonda, per partecipare ad incontri e riunioni. "Non l'ho mai usata - sottolinea Sernagiotto - non vado al poligono e mica sono un pistolero. Sono un uomo pacifico - conclude -, ogni tanto sparo qualche colpo nel bosco per evitare che si arrugginisca".

 

"Che ho la pistola lo sanno tutti. In particolare ieri - riferisce Sernagiotto all'ANSA - ero in Consiglio regionale e l'ho lasciata in una scrivania". "Al momento di andarmene - prosegue - l'ho messa alla cintola come faccio di solito e la scelta di essere armato, proprio ieri, era dettata dal fatto che stavo per andare ad un incontro che sarebbe finito tardissimo, nella notte, in una piccola località tra il veronese ed il vicentino". "Quando mi muovo - aggiunge - vado sempre da solo con la mia Mini rossa per evitare di incidere sulle spese della Regione e l'arma la porto con me per difendermi dai malintenzionati. Non sarei mai in grado di sparare ad una persona - aggiunge - ma se fosse necessario magari con due colpi in aria eviterei il peggio". "La pistola l'ho comprata - ribadisce - non quando facevo politica ma da imprenditore su consiglio degli stessi carabinieri dopo che avevo subito una serie di furti".

 

La notizia dell'assessore armato ha suscitato non poche polemiche. "Non è ammissibile entrare in Consiglio regionale con armi. Ci appelliamo al Presidente Clodovaldo Ruffato perchè faccia rispettare questo. Se dovesse servire, anche con l'installazione di metal detector". A dirlo Lucio Tiozzo, capogruppo Pd nel consiglio regionale del Veneto. "Siamo contro i cittadini 'fai da te', devono essere le forze dell'ordine a difenderli - ha concluso Tiozzo -. Nel caso, poi, siamo davanti ad un assessore ai Servizi sociali, che dovrebbe essere un segnale per una società più serena e più coesa".

 

"Sono rimasto stupito, esterefatto. Non deve più succedere. Darò disposizioni perchè nessuno possa più entrare con qualsiasi tipo di armi in Consiglio Regionale. Confido nel buon senso e nella maturità dei consiglieri". Ha commentato invece Ruffato, annunciando che se sarà necessario prenderà altri provvedimenti ma di fatto boccia l'ipotesi di installare metal detector. Poi, davanti alle domande dei giornalisti, ha detto con una battuta ironica "in giunta non so se ha bisogno di protezione, qui in Consiglio sicuramente no". La strada dell'ironia è seguita anche dall'assessore al Bilancio Roberto Ciambetti: "Non vorrei in qualche discussione di giunta facesse pesare argomenti extra amministrativi...".

 

”Quindi ha lasciato l’arma incustodita in una scrivania, dove potenzialmente qualcuno poteva prelevarla e usarla in maniera pericolosa?" l'Onorevole Floriana Casellato (Pd) è sconcertata. "Trovo queste dichiarazioni gravissime e che il comportamento di Sernagiotto, oltre a dare un pessimo esempio, metta a repentaglio la sicurezza di chi lavora con lui o semplicemente lo frequenta. – tuona la parlamentare del PD.” “Invito i consiglieri regionali del mio partito a presentare un’interrogazione urgente in merito e il Presidente Luca Zaia ad intervenire sulla questione, visto che, a quanto pare, al suo Assessore è dato di girare liberamente con un’arma, all’interno di spazi istituzionali, cosa alquanto inaudita, assurda e pericolosa.” “Credo che messaggi alla cosiddetta “giustizia fai da te” che arrivano addirittura da un Assessore che dovrebbe invece stimolare la coesione sociale, la legalità e il rispetto delle leggi, siano davvero inaccettabili - conclude Casellato - tanto da metterne in discussione l’idoneità a ricoprire un ruolo di tale responsabilità ”.

 


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