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20 aprile 2024

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Serie A: quattro rigori a Venezia, ma fa festa il Sassuolo

Zanetti, risultato bugiardo ma noi abbiamo problema psicologico. Verona-Fiorentina finisce 1-1

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Serie A: quattro rigori a Venezia, ma fa festa il Sassuolo

VENEZIA - Nella 'festa del rigore' a Venezia gioisce solo il Sassuolo, che espugna il Penzo per 4-1 (3 penalty a favore) e inguaia la squadra di Zanetti, un pareggio e due sconfitte nelle ultime tre partite. Una gara mai in discussione, nella quale i lagunari hanno sciupato anche la chance dell'unico rigore loro concesso, nel finale, con Aramu, con tiro parato da Consigli.

Quattro rigori in una sola partita, evento piuttosto raro, ma tutte le decisioni prese, più dalla Var che da Pairetto, sono parse corrette. Paolo Zanetti aveva chiesto ai suoi di dare tutto e invece è parso un Venezia troppo rinunciatario, almeno nel primo tempo. Muso lungo invece per il tecnico in sala stampa: "E' stata una partita che a livello di episodi è stata completamente 'no'.

Il risultato è bugiardo, le occasioni sono state più o meno le stesse per entrambi, con la differenza che loro quando si affacciavano o era rigore o occasione". "Abbiamo un problema psicologico importante. Dopo un minuto eravamo sotto uno a zero, preparo la partita da una settimana e poi andiamo subito sotto".

Fiorentina-Verona fanno 1-1, apre Piatek, pari di Caprari

FIRENZE - Alla fine il pareggio è il risultato più giusto ma sia la Fiorentina sia il Verona sono uscite dal campo con la consapevolezza di aver sprecato una grande occasione. Un 1-1 che serve poco ai veneti che comunque hanno portato via un punto dal Franchi e allungato a quattro i risultati utili consecutivi e nulla alla squadra viola che dopo due ko di fila, in campionato in casa del Sassuolo e mercoledì in Coppa Italia con la Juventus, avevano bisogno di un successo per ripartire e rilanciarsi nella corsa all'Europa. Piatek ha sbloccato il match dopo appena 10', Caprari ha risposto su rigore poco dopo, nel primo tempo meglio il Verona che ha sfiorato il raddoppio almeno tre volte, nella ripresa più arrembante e pericolosa la Fiorentina che però, al solito, non è riuscita a concretizzare quanto costruito pagando pure qualche scelta del proprio allenatore.

Davanti ad una curva Fiesole che ha omaggiato Davide Astori con un grande lenzuolo a riprodurre le sue iniziali e il suo numero di maglia, il 13, fra gli applausi di entrambe le tifoserie gemellate da tempo, Fiorentina e Verona si sono confermate squadre che non annoiano, hanno una propria identità e sanno affrontare l'avversario di turno senza troppi timori reverenziali: i viola sono passati per primi con Piatek, pronto a ribattere in rete una respinta dei veneti su tiro di Ikoné, per il polacco 6° gol in 9 gare fra campionato e Coppa Italia.

La gioia della Fiorentina però è durata solo una manciata di minuti: il Verona, entrato decisamente meglio in partita, ha pareggiato con Caprari dal dischetto, un rigore assegnato per un intervento di Milenkovic in chiaro ritardo su Lasagna. Terracciano era sulla traiettoria ma non è bastato. Alla squadra di Italiano priva di Bonaventura e Odriozola avvicendati da Maleh e Venuti, l'autore dello sfortunato autogol mercoledì con la Juve, incoraggiato dai tifosi con cori e uno striscione in Fiesole, non è restato che rimboccarsi le maniche e cercare di sfondare di nuovo. Mica facile però, il Verona era ben messo in campo, capace con azioni rapide ispirate da Tameze e compagni di sfiorare il possibile 2-1 prima dell'intervallo gli uomini con Simeone e due volte con Lasagna (pronto Terracciano). Mentre la Fiorentina dopo la rete di Piatek è andata al riposo senza creare altri pericoli.

Per questo Italiano già a inizio ripresa ha cambiato 3/11 della squadra, due attaccanti su tre, Ikoné e Saponara (per Callejon e Sottil) e un centrocampista, Maleh (spazio a Duncan), segnale di un allenatore insoddisfatto. I viola sono parsi più vivaci e arrembanti e nel giro di pochi minuti sono andati vicini al gol tre volte, sempre con Torreira. Ma il pallone non entrava, così il tecnico viola, ammonito per proteste (poco convincente la direzione di Manganiello) ha cambiato di nuovo l'attacco togliendo Piatek e inserendo non Cabral, l'altro centravanti, bensì Gonzalez, un esterno, chiudendo quindi senza punte centrali. Ma il gol è rimasto in canna e il Verona ha chiuso il match senza correre altri rischi.

 

 

 

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