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20 aprile 2024

Treviso

Scuola: l’odissea di chi ha un figlio certificato

Una situazione che accomuna le famiglie agli insegnanti di sostegno, molti dei quali ancora in attesa di un’assegnazione

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Scuola: l’odissea di chi ha un figlio certificato

TREVISO – La scuola dovrebbe essere il luogo per eccellenza dell’equità, pari trattamento e opportunità per tutti ma nel concreto non è sempre così. Basta parlare con chi ha un figlio certificato, quindi con bisogni speciali perché affetto da problematiche, per farsi un’idea di come stanno le cose.

Una situazione tale che Cristina, una mamma di Treviso, ha addirittura pensato di attivarsi in prima persona pur di ottenere attenzione e soprattutto risposte concrete ai bisogni degli studenti certificati ed al contempo degli insegnanti di sostegno.

“Sono mamma di un bambino certificato – esordisce Cristina -. La situazione per i bambini disabili è disastrosa ce ne sono molti costretti a frequentare a orario ridotto, altri a frequentare tutto il tempo ma senza nessun supporto, altri costretti a rimanere a casa”.

Quindi ci parla della sua iniziativa: “Ho aperto un gruppo Facebook che si chiama Genitori e Insegnanti di Treviso - Uniamo le forze in cui ho messo assieme genitori ed insegnanti non nominati per condividere informazioni, aggiornamenti e dar voce anche a questi bambini che, in tutta questa faccenda sono stati completamente dimenticati.

Mancano gli insegnanti di sostegno e non si sa quando arriveranno le nomine. La situazione già è pesante per tutti ma per questi bambini e ragazzi in modo particolare. Noi ne stiamo discutendo tra insegnanti e genitori. Siamo di fronte a gravi violazioni della Costituzione in fatto di diritti umani (uguaglianza, diritto allo studio, non discriminazione, tutela dei più fragili) e di diritto al lavoro: con tantissimi insegnanti precari ancora a casa senza lavoro”.

Cristina è un fiume in piena e racconta di come bambini e ragazzi certificati, a prescindere dalle rispettive problematiche, siano talvolta degli invisibili nell’istituzione scolastica, considerati quasi un fardello: “Basterebbe così poco. Le certificazioni sono pluriennali e allora perché non affidare alunni o studenti sempre allo stesso insegnante: per consentire un percorso più agevole agli allievi e al contempo facilitare il lavoro del docente”.

Invece non è così e al consueto balletto d’inizio anno, per gli incarichi agli insegnanti non di ruolo, quest’anno si aggiungono nuove difficoltà legate al covid ed a procedure inedite. Viene proprio da chiedersi se avrà mai fine questo stato di cose e soprattutto quando chi è certificato, e quindi in condizione di maggiore vulnerabilità, potrà finalmente contare sull’attenzione di cui necessita.

 


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Ingrid Feltrin Jefwa

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