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28 marzo 2024

Mogliano

LA SCUOLA COLLODI RISCHIA LA CHIUSURA

E i bambini dell'istituto "scioperano"

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Mogliano - Paura per la smobilitazione alla scuola materna ed elementare Carlo Collodi, nel quartiere di Marocco di Mogliano. Il prossimo anno scolastico la classe prima elementare rischia di essere eliminata per il mancato raggiungimento del numero minimo degli alunni iscritti, stabilito dalla Riforma Gelmini.
In questi giorni si sta assistendo alla mobilitazione di insegnanti, comitati di quartiere e cittadini.

Il problema è piuttosto grave: addirittura questa mattina i bambini hanno “scioperato” con l’inedito costume da “asinello” e da "pinocchio". "Non siamo pacchi postali", recitavano i cartelli che i giovanissimi studenti esibivano.

Sulla chiusura della Collodi Arthur Carponi Schittar, candidato Sindaco per la Lista Civica Legalità e Benessere per Mogliano, ha detto: «La chiusura rappresenterebbe un durissimo colpo per Marocco: gli abitanti invecchiano, la parrocchia è part-time, scuola e palestra sono gli unici punti di socializzazione per i giovani e giovanissimi del quartiere.
La piccola Collodi è nel cuore di tutti gli abitanti di Marocco, che ci hanno portato i figli o l’hanno frequentata in prima persona: io stesso sono un ex allievo.

Come abitante del quartiere ed ex-allievo, se sarò Sindaco mi batterò perché la scuola non chiuda. Ma già ora lancio l’appello a salvarla in primo luogo ai moglianesi: se quelli che vanno al lavoro a Mestre iscrivessero i figli alla Collodi, la scuola non chiuderebbe: non ne servono molti. Mi auguro che il circolo didattico trovi una soluzione, ad esempio con la ridistribuzione del personale necessario.
Se così non fosse, l’extrema ratio potrebbe essere di iscrivere anziani e badanti senza licenza elementare alla scuola: ciò potrebbe salvarla temporaneamente dalla chiusura, ma non rappresenterebbe una soluzione duratura».

E sulla questione interviente anche Donata Dalla Valle, Candidato Sindaco Lista Civica Sostiene Mogliano, la quale non usa mezzi termini.

«Sentiamo spesso parlare di aree degradate delle grandi città -commenta - zone in cui gli abitanti conducono una vita sociale minima in ambienti dove manca ogni possibilità di interagire con i propri simili a causa dell’assenza di strutture adibite a questo scopo.
Sono dei nuclei abitativi senz’anima, dove le persone si incrociano solo quando escono di casa per recarsi al lavoro o per andare a divertirsi a decine di chilometri dalla propria abitazione; sono centri dove mancano totalmente le strutture per socializzare e per far vivere le aree urbane, che finiscono per ridursi inevitabilmente ad un guscio vuoto.

Strutture chiave di socializzazione sono soprattutto le scuole, primo vero moltiplicatore di rapporti umani.

Privare una comunità della realtà scolastica vuol dire correre il serio rischio di disperdere bambini e famiglie, costringendoli a migrare quotidianamente verso altri siti spopolando una realtà sociale altrimenti viva e dinamica.
E’ quello che potrebbe succedere anche a Mogliano, con il possibile declassamento di questo piccolo centro a semplice sobborgo.

In questo momento, agli albori della nascita della cosiddetta “città metropolitana”, bisognerà stare molto attenti, nell’accentramento di punti di aggregazione, a non trascurare le piccole comunità esistenti, e ciò per evitare la formazione di periferie sterili e destinate, a lungo andare, al degrado urbano.
La scuola dove andavamo a lezione o i campetti da gioco dove ci divertivamo erano a pochi chilometri da casa, e la maggior parte dei nostri piccoli amici vivevano a poche centinaia di metri da noi.
E com’era rassicurante e piacevole pensare che in bicicletta o a piedi in pochi minuti si poteva esplorare tutto il nostro piccolo mondo.
Allora, perché negare ai nostri figli tutto questo?
I tempi sono cambiati, il territorio è stato modificato e in un processo di accentramento sembra essere diventato più importante eliminare scuole e interi ambienti piuttosto che tutelare la stabile crescita di decine di bambini.
E’ al contrario importante tutelare la serenità che i nostri piccoli acquisiscono in età scolare, vivendo in un ambiente a misura di bambino, vera base di una sana esistenza» conclude la Dalla Valle.

 

Nelle immagini: la manifestazione dei bambini della Collodi (Foto Balanza)

 


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