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24 aprile 2024

Mogliano

SCUOLA: BENE LA FRUTTA AL POSTO DELLE MERENDINE

Ma ci sono troppi imballaggi e i prodotti non sono a Km 0 Il Comune propone migliorie all’iniziativa del ministero dell’Agricoltura

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SCUOLA: BENE LA FRUTTA AL POSTO DELLE MERENDINE

Casier - Se l’assessore alla Pubblica istruzione del Comune di Casier, Simona Guardati, plaude all’iniziativa del ministero delle Politiche agricole che ha emesso un bando di gara europeo per la distribuzione della “Frutta nelle scuole”, intende anche evidenziarne i limiti e le grandi incongruenze.

Se è lodevole, infatti, educare i bambini fin dai banchi di scuola a nutrirsi in modo sano mangiando a ricreazione frutta fresca e di stagione invece delle classiche merendine o snack confezionati, anche come forma di prevenzione dell’obesità giovanile, dall’altro il progetto, che in 1.700 scuole d’Italia è decollato nel mese di marzo, secondo l’assessore Guardarti non ha colpito nel segno.

“Dopo aver esaminato il progetto ho chiesto alle scuole di aderirvi - ha detto Guardati – nella convinzione che la frutta è un alimento da promuovere per una corretta educazione alimentare, ma a due mesi dalla partenza del progetto vorrei esprimere alcune perplessità, non con finalità polemiche, ma con l’unico obiettivo di migliorare l’iniziativa”.

In primo luogo, fa notare Guardati, la frutta proviene da una cooperativa, l’Apofruit Italia, che raggruppa soci produttori provenienti dal nord al sud della Penisola, mentre sarebbe meglio che i prodotti giungessero da coltivatori più vicini alle scuole, visto che si sta, giustamente, spingendo per favorire l’acquisto di prodotti a “Km 0” con il duplice obiettivo di sostenere l’economia locale, ma soprattutto di non far circolare troppi camion nelle nostre strade, riducendo traffico e, soprattutto, l’inquinamento atmosferico.

Una proposta concreta potrebbe essere quella di far aderire la scuola ad un Gas (Gruppo acquisto solidale) locale per avere una adeguata quantità di frutta biologica davvero a “Km 0”, quindi progetti di matrice locale e non centralizzati come quello che è stato avviato dal ministero dell’Agricoltura. L’altro aspetto incongruente di questa operazione è l’altissimo numero di imballaggi che vengono prodotti.

Infatti, i giorni in cui le mele arrivano già sbucciate e tagliate, fra l’altro conservate con una “soluzione antiossidante” che conferisce al frutto un sapore non proprio naturale, sono confezionate in vaschette di plastica monouso che a loro volta sono contenute in scatole di polistirolo. Frutti interi come mele, arance, kiwi, sono confezionati uno per uno in sacchetti di plastica e disposti a loro volta in cassette di cartone.

“Insomma troppi imballaggi inutili – sottolinea l’assessore all’Ambiente, Paolo Calmasini –a prescindere dal soggetto designato a smaltirli, per proporre la frutta stiamo creando una montagna di rifiuti .” Inoltre siamo a maggio e ancora si ricevono arance che i ragazzi non gradiscono più. Tra qualche giorno dovremo decidere se aderire anche per il prossimo anno, ma l’esperienza ha presentato più limiti che vantaggi, soprattutto perché non è coerente con le logiche di riduzione dei rifiuti che è la tappa successiva di una buona differenziazione degli stessi.

Le scuole – prosegue Calmasini - che pensavano di aver avviato un progetto ad alto valore ambientale, si stanno, di fatto, scontrando con il problema di smaltire i rifiuti derivanti da un’organizzazione troppo centralizzata del progetto stesso alla faccia del localismo che il Carroccio va da sempre sbandierando come un valore fondamentale”.

 


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