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28 marzo 2024

Treviso

Lo Scudo crociato presenta i candidati: Conte e Collet capilista alla Camera

L'impegno per paritarie e autonomia di Noi con l'Italia-UdC

| Davide Bellacicco |

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| Davide Bellacicco |

Noi con l'Italia Treviso

TREVISO- Anche per i centristi di Noi con l’Italia è tempo di presentare i candidati. Frutto della convergenza dei tosiani di Fare!, di Direzione Italia di Fitto e Sernagiotto, di Scelta Civica e della parte di Alternativa Popolare che, insieme a Maurizio Lupi ha scelto di non seguire Alfano e Lorenzin in Civica Popolare, Noi con l’Italia correrà alle politiche in una lista comune con il movimento Id.eA. di Quagliariello e l’UdC che, per l’occasione, porterà in dote lo storico scudocrociato. Presenti questa mattina al lancio della campagna presso l’Hotel Continental, in qualità di candidati, il Sen. Franco Conte, Mario Collet, sindaco di Follina, Cinzia Monti, l’ex-assessore regionale Ermanno Serrajotto, il Consigliere di Parità della Provincia di Treviso, Stefania Barbieri e la Sen. Raffaella Bellot.

Già Sindaco di Resana, consigliere e assessore provinciale, il Sen. Franco Conte, eletto per la prima volta nel 2013, si ricandida rappresentando la neonata aggregazione centrista in qualità di capolista nel listino proporzionale di Venezia e Castelfranco. Sino alla conclusione della stagione congressuale che si terrà dopo le tornate elettorali, Conte coordinerà il partito nella Marca. «Noi partiamo da una preesistenza data dai soggetti che hanno composto NcI e non solo. In quasi tutti i comuni della Marca abbiamo nostri amministratori. Il nostro obiettivo è fare un partito vero e proprio: un tesseramento, congressi di sezione per eleggere i coordinatori, darci una struttura provinciale e regionale. Un partito organizzato. Circa le sedi fisiche, personalmente ne ho già una nella quale ricevo e ascolto i cittadini».

 

Nello schieramento di centro-sinistra assistiamo ad una visione pressoché univoca da parte di tutte le liste. Al contrario, voi siete in coalizione con forze politiche dotate di una visione della società e di un linguaggio comunicativo profondamente diverso dal vostro.

«Crediamo che il nostro ruolo sia quello di bilanciare posizioni diverse. Non si tratta di visioni contrastanti. Bisognerà lavorare alla ricerca di un punto di incontro, di ciò che unisce, non di ciò che ci divide. Noi non neghiamo le divergenze, le notevoli diversità, ma abbiamo il dovere di incontrarci per il bene dell’Italia sui punti fondamentali: il lavoro giovanile, la riforma scolastica che mi ha visto protagonista con la Buona Scuola ma che necessità di essere portata a compimento, la famiglia, primo nucleo sociale e fondamento di qualsiasi democrazia evoluta».

 

Avete scelto di sostenere fino alla fine i governi delle larghe intese insieme al PD. Come si concilia questa linea con la scelta dell’alleanza di centro-destra?

«Cito ciò che è successo nel 2013: le elezioni non hanno consegnato nessuna maggioranza e non c’erano i presupposti per formare un governo. Sembrava che si sarebbe andati a votare entro sei mesi, ma la legislatura è durata cinque anni. C’è stato un lavoro che ha permesso di mettere i parlamentari di fronte all’interesse del Paese. Diverse leggi sono state approvate con l’accordo di PD e PDL: l’obiettivo era di fare il bene dell’Italia rinunciando ciascuno a delle posizioni. Da sindacati, industriali e categorie del nostro territorio avevamo ricevuto un appello ad evitare le elezioni anticipate e a garantire la stabilità. Mi sono sentito in dovere di rispondere a questo appello. Il gruppo di Alternativa Popolare, di cui ho fatto parte, nasceva da parti di UdC, NCD e Scelta Civica. Era un gruppo eterogeneo in cui ognuno aveva la sua sensibilità politica. Al termine della legislatura, ciascuno ha scelto secondo le originarie appartenenze, confluendo alcuni in Noi con l’Italia e altri in Civica Popolare».

 

I programmi sono pubblicati da tempo. C’è qualcosa, invece, su cui Franco Conte può impegnarsi davanti ai cittadini a non concedere mai il suo appoggio?

«La cosa che assolutamente voglio evitare sono gli estremismi, basti vedere le forme di razzismo che stanno sorgendo su tutto il territorio. Mi opporrò in tutti i modi a quelle persone che indirettamente, magari in maniera anche subdola istigano questi comportamenti. Pensiamo al caso Macerata: mi auguro si tratti di un pazzo isolato che possa essere curato per la sua follia. Se, invece, è un soggetto più o meno consapevole che ha alle spalle un’ideologia istigata, allora io dico attenzione, perché rischiamo di fare veramente dei grandi danni all’Italia».

 

Nel corso della sua presentazione, Conte è intervenuto anche sul tema dell’autonomia: «Penso che si sia perso un sacco di tempo; ad oggi, se ci si fosse mossi subito, anche senza il referendum, saremmo già in uno stato avanzato di trattativa e avremmo già portato a casa risultati concreti». Sulla legge elettorale si esprime critico: «Molti ci stanno fermando per strada dicendoci però che le preferenze, nonostante la legge elettorale, non ci sono ancora. Mi sono battuto per tornare ad avere le preferenze e questa sarà ancora una battaglia per la prossima legislatura. C'è chi da questa cosa è spaventato ma non noi che siamo nati con il concetto di preferenza perché prima di tutto siamo amministratori».

 

Mario Collet, sindaco di Follina, è stato a lungo direttore sportivo nel settore calcistico. Alle Politiche 2018, per NcI-UdC, sarà capolista alla Camera nell'altro collegio plurinominale di Marca, quello di Treviso.

«Noi con l’Italia è un partito nuovo che, certamente, per quanto diffuso, non è radicato come i grandi partiti. In questa fase il mio staff è la mia famiglia, senza dimenticare l’aiuto degli amici e dei legami maturati in quarant’anni nel volontariato e nello sport».

 

Ad oggi, tutte le proiezioni prefigurano una Camera balcanizzata in cui nessuna coalizione dovrebbe essere in grado di ottenere la maggioranza. Come si pone davanti al concretizzarsi dell’ipotesi larghe intese?

«Io penso che sia importante garantire all’Italia una stabilità politica e sociale. Bisognerà trovare in Parlamento quelle forze politiche che diano vita ad una coalizione che possa consentire all’Italia di uscire dalla fase di crisi. In parte l’obiettivo è già stato raggiunto, ma occorrerà continuare su quella linea».

 

Oggi non è dato sapere quale maggioranza sarà possibile formare in Parlamento. Chiarito il Suo impegno a favore della governabilità, è chiaro che una maggioranza è chiamata ad affrontare anche questioni spinose che possono toccare alcune sensibilità. Ci sono dei punti fermi sui quali non sarebbe personalmente disponibile a negoziare?

«Non transigo sull’eutanasia. Per me la vita è sacra, vengo da una famiglia cristiana praticante e per me l’eutanasia è inconcepibile e un impegno della maggioranza su questo fronte mi condurrebbe sicuramente a uscire e lasciare l’impegno parlamentare».

 

In chiusura è intervenuto anche il Sen. Antonio De Poli, questore a Palazzo Madama e Presidente Nazionale UdC, con una riflessione sullo stato di precarietà in cui versano le scuole paritarie: «Diciamo basta al balletto delle cifre: chiediamo di aumentare ma anche e soprattutto di stabilizzare le risorse destinate a scuole e asili paritari che, in Veneto, rappresentano un modello virtuoso. In Parlamento ho contestato il taglio in Legge di stabilità di 50 milioni agli asili paritari. Il linguaggio dei tagli mette in ginocchio il sistema delle paritarie che, ricordiamolo, fa risparmiare allo Stato 6 miliardi di euro all’anno. Allo Stato ogni alunno di scuola paritaria costa 866 euro, mentre quello della scuola pubblica costa 6.351 euro. Questi numeri, forniti dal Ministero, rappresentano una ragione in più per ottenere l’autonomia del Veneto rispettando la volontà di milioni di elettori». 

 

A margine dell’incontro, la Sen. Raffaella Bellot, candidata alla Camera nel proporzionale, dopo la presentazione della sua candidatura, è tornata sui rapporti della componente Fare! con l’alleato leghista: «Noi siamo sempre stati nella parte moderata e non populista del centro-destra. Questo è lo stile che ha portato all’espulsione di Tosi dalla Lega. L’urlo e gli slogan senza risposte vanno bene per catalizzare la rabbia della gente, ma poi la gente resta comunque con la fame. Servono invece risposte, poche proposte ma chiare, di contenuto, fattibili. Se una parte della Lega, quella che risponde a Matteo Salvini, ha anteposto un attrito personale con Flavio Tosi al bene del Paese, allora io dico grazie a quelle altre forze che hanno capito l’importanza di aggregarci spogliandosi dei propri simboli e in nome di un progetto comune che non intende esaurirsi in una tornata elettorale».

La firma dell'impegno per l'autonomia promosso da Antenna 3 Nordest (hanno firmato tutti i candidati).

 

 


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Davide Bellacicco

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