VITTORIO VENETO - Ha del clamoroso la notizia uscita ieri sera in consiglio comunale. A causa dello sforamento del patto di stabilità l'ex sindaco Giancarlo Scottà (in foto), gli assessori della passata legislatura e i consiglieri comunali di allora dovranno restituire il 30% delle indennità di funzione percepite nell'anno 2008.

Dovranno farlo "immediatamente" secondo il presidente del collegio dei revisori dei conti dott. Paolo Paparotto che alla domanda del consigliere Alessandro De Bastiani ha risposto senza esitazione: oltre alle altre sanzioni previste per lo sforamento del patto di sabilità quella della restitutzione di parte degli emolumenti deve avere esecutività immediata.

L'organo di revisione aveva messo per iscritto nella relazione annuale il sollecito ad "adottare gli opportuni provvedimenti derivanti dalla Deliberazione della Corte dei Conti dell'ottobre 2010" ma ieri sera è stato categorico per quanto riguarda la tempistica.

Le altre sanzioni previste dalla legge sono il divieto di assumere mutui e il blocco delle assunzioni, quest'ultimo non rispettato nell'anno 2010. Il castello di carte costituito in difesa dell'amministrazione è pertanto in buona parte crollato e il pretesto di aspettare un chiarimento dal Ministero dell'Economia è sempre meno plausibile.

Se il parere non arriverà prestissimo, ed è questa l'ipotesi più probabile, i provvedimenti da adottare non potranno essere rimandati. Una tegola da almeno 10.000 euro per Giancarlo Scottà, della metà circa per i suoi assessori, mentre i consiglieri comunali dovrebbero cavarsela con meno di 100 euro. Per l'ex Sindaco la sanzione si somma alla condanna comminatagli nel mese di luglio dal tribunale di Conegliano.

Ma la tegola più eclatante è quella che va a colpire il funzionario che avrebbe dovuto vigilare e garantire la correttezza delle manovre contabili che hanno provocato lo sforamento.