TREVISO - Sono passati due anni dal primo “Global Climate Strike”. Il 15 marzo 2019, milioni di persone in 2.200 città del mondo, tra le quali anche Treviso, scendevano in piazza per lo sciopero mondiale per il futuro. Da allora anche nel capoluogo della Marca si formò il movimento studentesco internazionale per la giustizia climatica lanciato da Greta Thunberg, “Fridays for Future”, giovani studenti che scelsero il venerdì per manifestare contro il cambiamento climatico. Da allora gli attivisti trevigiani non hanno smesso di manifestare e di chiedere “un futuro migliore” per il nostro pianeta.

“La pandemia in atto è stata una brutale conferma delle tesi portate avanti dal movimento - scrivono gli attivisti - il salto di specie dagli animali non-umani a quelli umani è stato facilitato dal degrado ambientale (nella fattispecie, nella forma della deforestazione) e la crisi pandemica sta a sua volta aumentando ulteriormente le disuguaglianze sociali. Le restrizioni dovute alla pandemia hanno fatto sì che le grandissime manifestazioni che abbiamo vissuto negli anni scorsi si diradassero, ma queste non furono invano. La transizione ecologica è ormai al centro dell’agenda dei governi di tutto il mondo, come dimostrano anche le linee guida del recovery plan”.

“La risposta istituzionale, tuttavia, resta interna ai parametri di crescita infinita e produzione per il profitto. Lo abbiamo già visto mille volte in passato, questo paradigma non è in grado di fermare l’aggravarsi della crisi ecologica. Solo le mobilitazioni dal basso possono fungere da contrappeso rispetto alla tendenza sistemica all’insostenibile espandersi del metabolismo planetario.

I ragazzi di “Fridays for Future Treviso” torneranno in piazza, due anni esatti dopo, venerdì 19 marzo per il “Global Climate Strike”, in difesa dell’ambiente. “La pandemia non ci permette di marciare per le strade come abbiamo fatto tante volte, ma saremo in piazza Indipendenza per una lezione pubblica alternativa sul significato della giustizia ambientale”.