SCIOPERO FARMACIE, 185 FARMACISTI IN PIAZZA A TREVISO
Il presidente di Federfarma Treviso Muschietti ricevuto in prefettura
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TREVISO - 170 farmacie trevigiane oggi, giovedì, sono scese in piazza. 185 farmacisti hanno partecipato stamane allo sciopero indetto da Federfarma Treviso per protestare, così come in tutta Italia, contro i tagli del Governo che, se confermati, costringeranno le farmacie all'eliminazione di molti servizi.
"Come detto più volte - spiega Franco Gariboldi Muschietti, Presidente di Federfarma Treviso - il Governo vuole smantellare un sistema che funziona. Il taglio della spesa farmaceutica territoriale ci mette in seria difficoltà. Perciò ci troveremo nella condizione di tagliare quei servizi che oggi sono gratuiti; allora, ci chiediamo, chi pagherà? Non e' possibile che a pagare venga sempre chiamato il cittadino. E' per questo motivo che oggi abbiamo tenuto chiuse le nostre farmacie".
La manifestazione, che ha avuto il suo apice in Piazza dei Signori, con i farmacisti radunati in camice bianco, slogan e cartelli, sotto la Prefettura ha coinvolto la totalità delle farmacie: su 204 della provincia tutte hanno aderito allo sciopero di oggi; a restare aperte solo le 25 che, per legge, hanno dovuto rispettare il turno; comunque chiuse ulteriori 25 farmacie per ferie.
Una delegazione di camici bianchi di Federfarma Treviso, in mattinata, è stata ricevuta durante la manifestazione in Prefettura dal Vice Prefetto Vicario, Pietro Signoriello. L'incontro, durato una mezz'ora, e' servito per chiarire i contorni della protesta: "un incontro cordiale. Abbiamo richiesto di portare le nostre istanze al Governo e abbiamo ottenuto garanzie in questo senso. E' un buon segnale ma staremo di guardia".
Il Presidente Muschietti ricorda che Treviso è una delle piazze che maggiormente si è concentrata su questa manifestazione nazionale lamentando tutta una serie di tagli collegati alle ultime manovre del Governo "come liberalizzazioni e spending review e sopratutto la riduzione della spesa farmaceutica territoriale dove sono ben altri i capitoli di spesa da rivedere, sopratutto la spesa farmaceutica ospedaliera fuori controllo, che diventa esagerata in particolare in certe regioni d'Italia costringendo perciò il Nord sostanzialmente a pagare per il Sud".