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20 aprile 2024

Vittorio Veneto

Sarmede, Fiere del Teatro annullate

L’annuncio da parte di Danny Masutti, dimessosi dal ruolo di direttore artistico del festival internazionale dell’arte di strada

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

Fiere del Teatro

SARMEDE – Quella 2020 sarebbe stata la 33esima edizione del festival internazionale dell’arte di strada. Nemmeno il Covid-19 aveva fermato la voglia di realizzarla. Di mezzo – come racconta l’ormai ex direttore artistico delle Fiere del Teatro, Danny Masutti – ci si è messa però la burocrazia, in particolare una questione legata a delle pannellature a rete che avrebbero delimitato le aree in cui gli spettacoli avrebbero preso vita.

 

Per la Pro Loco di Sarmede, alla regia dell’evento, queste pannellature sarebbero dovute essere sufficientemente alte da impedire, a chi stava fuori, di assistere agli spettacoli e così di accalcarsi attorno alle transenne; per la commissione pubblici spettacoli, invece, avrebbero dovuto essere basse per questioni di sicurezza. E non trovata la quadra, a meno da un mese dallo storico appuntamento mercoledì sera è arrivato lo stop.

 

La Pro Loco stava lavorando a questa 33esima edizione da giugno. «La formula era di una serie di isole spettacolo all’interno di un’isola più grande destinata alla manifestazione – spiega Masutti (in foto) che si è dimesso anche dal ruolo di vicepresidente della Pro Loco -. Il pubblico sarebbe stato guidato nel rispetto di un regolamento e lo staff del festival avrebbe vigilato sulle aree spettacolo (da circa 2-300 persone ciascuna), delimitate da pannellature in rete con delle tele leggerissime, smontabili in qualsiasi momento ed in velocità qualora vi fosse stata una necessità di sicurezza. L’intendimento era quindi di bloccare l’istinto di guardare dall’esterno, stando in piedi, con il fortissimo rischio di creare assembramento vietato dalla normativa». E qui, a detta della Pro Loco, è avvenuto lo stallo.

 

«La Commissione Pubblici Spettacoli, l’8 settembre, ha deciso di concedere il permesso alla manifestazione ma con il vincolo di installazione di transenne basse, alte 1 metro, anziché pannellature più alte. La motivazione di tale scelta? Il pericolo legato a possibili momenti di panico. Sono stati citati esempi come il disastro del Molinetto delle Croda, lancio di petardi, spray al peperoncino e attentati di vario genere» afferma Masutti.

 

«Abbiamo vissuto tutto questo in maniera molto negativa, come una sorta di “tradimento” verso lo spirito collaborativo e di festa che si è sempre vissuto al festival – conclude Masutti -. È un vero peccato che a pagare sia sempre la cultura, la socialità sana del paese, la gioia di grandi e piccini, la fantasia».

 



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Claudia Borsoi

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