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29 marzo 2024

Cronaca

Sanremo, la Rai cerca figuranti per la platea dell’Ariston

Il Codacons presenta esposto: "L'azienda potrebbe essere chiamata a rispondere di concorso in epidemia colposa"

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Sanremo, la Rai cerca figuranti per la platea dell’Ariston

SANREMO - La pandemia non ferma il festival di Sanremo. E per la 71/ma edizione la Rai sta cercando, con urgenza, coppie di figuranti conviventi per fare da pubblico alle cinque serate in diretta dal Teatro Ariston. Nell'avviso che sta circolando on line si legge: "E' fondamentale avere il requisito di convivente, che permetterà di occupare due poltrone ravvicinate, distanziate dalle altre almeno di un metro”. Sarà richiesta un'autodichiarazione di convivenza e inoltre sarà richiesto un tampone (rimborsato da Rai) nei giorni precedenti la prima convocazione.

 

L’evento si svolgerà dal 2 al 6 marzo e la ricerca di figuranti al posto del pubblico pagante ha già suscitato diverse polemiche. Contro la decisione della Rai insorge il Codacons, che presenta un esposto alla Corte dei Conti e chiede all’azienda di fare un passo indietro.

 

"L’idea di arruolare figuranti per riempire il teatro Ariston è una follia, che potrebbe avere ripercussioni negative su più fronti, dalle casse della Rai fino alla logistica e alla sicurezza - spiega il presidente Carlo Rienzi - Un escamotage che creerebbe disparità di trattamento rispetto a tutti gli altri teatri italiani, rimasti senza pubblico a causa delle misure anti-Covid, e che rappresenterebbe uno spreco di risorse pubbliche su cui chiamiamo oggi a pronunciarsi la Corte dei Conti".

 

I figuranti "sarebbero infatti a tutti gli effetti lavoratori e dovrebbero essere pagati dalla Rai, senza tuttavia portare maggiori incassi sul fronte pubblicitario - è l'opinione del Codacons - C’è poi la questione logistica: dove alloggeranno i figuranti? E dove mangeranno? Con quali rischi sul fronte di assembramenti e contagi?". Una decisione, quella della Rai "del tutto scriteriata, che non risponde ad esigenze specifiche di bilancio e non apporterà alcun valore aggiunto, incrementando solo i costi per l’azienda, i rischi di contagio e i problemi organizzativi di un Festival che, oggi più che mai, deve essere rinviato ad altra data. Non solo. Qualora si registrassero focolai di coronavirus legati all’evento, l’azienda potrebbe essere chiamata a rispondere di concorso in epidemia colposa", conclude Rienzi.

 



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