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28 marzo 2024

Castelfranco

Salvini: “A Castelfranco non partiamo da 47 a 25, ma da 0 a 0”

Il leader del Carroccio, in città per sostenere Marcon, ammette che la partita elettorale è aperta a Castelfranco

| Leonardo Sernagiotto |

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Salvini: “A Castelfranco non partiamo da 47 a 25, ma da 0 a 0”

CASTELFRANCO - Dopo neanche un mese dalla sua ultima apparizione, ieri Matteo Salvini è tornato di nuovo in terra castellana a sostegno del sindaco leghista Stefano Marcon. Nonostante il torcicollo curato col cortisone, il segretario federale della Lega ha parlato da piazza Giorgione, il salotto della città, davanti ad alcune centinaia di persone: non proprio un bagno di folla, complice anche l’orario pomeridiano non propriamente favorevole ai comizi.

Dal palco il leader della Lega, in Veneto per incontrare il governatore Luca Zaia e i neo-eletti consiglieri regionali, oltre che per supportare le candidature dei sindaci leghisti al ballottaggio (oltre Castelfranco, c’è in gioco anche Portogruaro), ha parlato del successo del suo partito in Regione, ma ha anche della necessità di votare per confermare il sindaco uscente: «A Castelfranco non partiamo da 47 a 25 [le percentuali dei due sfidanti al primo turno. ndA], ma da 0 a 0. Rispetto a 5 anni fa il sostegno a Stefano Marcon è aumentato, ma bisogna andare a votare». Poi, tra il serio e il faceto, Salvini promette a Marcon: «Una volta sindaco, tornerò a trovarti come Primo ministro e ci berremo un prosecco io, te e Zaia all’interno del castello».

Il segretario leghista ha poi rispolverato i suoi cavalli di battaglia (lotta all’immigrazione e contrasto alla legge Fornero), legandoli alla stretta attualità: se da un lato il leader del Carroccio dovrà presenziare sabato a Catania al processo che lo vede imputato di sequestro di persona per la vicenda della nave Gregoretti, dall’altro è notizia di questi giorni la volontà del governo Conte II di non rinnovare “Quota 100”, il progetto voluto fortemente dalla Lega: «Quota 100 ha mandato in pensione oltre 300mila persone, permettendo l’assunzione di 200mila giovani. Ora vogliono tornare alla Legge Fornero, che metterà in difficoltà moltissime persone, specialmente quando ad ottobre cesserà il blocco dei licenziamenti».

Oltre al supporto del leader Salvini, Stefano Marcon ha trovato anche l’appoggio di tutti i big, veneti e non, della Lega, tra cui Lorenzo Fontana, Roberto Marcato, Gianangelo Bof, Mario Conte, i quali hanno condiviso il palco con il sindaco uscente. Stefano Marcon non nasconde l’entusiasmo: «Sono molto felice e mi sento carico. Quando vedi la Lega a tutti i livelli che viene a Castelfranco più volte, ti senti parte di una grande famiglia, che governa bene, vicino al territorio e che ha a cuore il bene pubblico».

Marcon ha voluto ricordare ai suoi sostenitori il record di voti ricevuti al primo, lanciando anche il nuovo motto della sua campagna elettorale: dopo “La città che amiamo”, ora è il turno di “Contaci”. «È un motto coniato dopo il primo turno, dove abbiamo dimostrato ai cittadini di essere in grado di conseguire obiettivi, proponendoci per altri più ambiziosi, verso i quali possono contare su di noi» specifica Marcon. C’è stato spazio anche per un breve accenno alla questione dell’ospedale di Castelfranco, vicenda che secondo Marcon è stata strumentalizzata dagli avversari: «La gente invece ha capito che stiamo andando verso un’eccellenza, che rientra nella politica sanitaria regionale, la prima in Italia per qualità e una delle migliori in Europa».

Riguardo le possibili alleanze degli avversari, Stefano Marcon le liquida velocemente: «Sebbene esista l’apparentamento, nessuno lo usa, preferendo un mercato sottobanco. Noi siamo focalizzati sul nostro obiettivo di consolidare il risultato del primo turno. Ai cittadini abbiamo sempre parlato chiaro, senza nasconderci rispetto a qualche difficoltà (vedi impianti sportivi), mettendo in evidenza i punti di forza ma anche i punti di lavoro dell’amministrazione passata, che saranno quelli che ci ispireranno al futuro. Riguardo gli attacchi nei nostri confronti, i pungoli fanno bene. I sassolini che ho nelle scarpe me li tengo perché sono quelli che mi consentono di rimanere con i piedi per terra. Noi guardiamo avanti al futuro con ottimismo».

 


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Leonardo Sernagiotto

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