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28 marzo 2024

Montebelluna

Sale slot a Montebelluna: respinto il ricorso al Tar presentato contro il Comune

Veniva contestata la riduzione dell’orario prevista dall’ordinanza del sindaco di febbraio scorso

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MONTEBELLUNA - Il Tribunale amministrativo regionale per il Veneto ha depositato ieri la sentenza relativa al ricorso presentato qualche tempo fa della società Anacleto s.r.l. che gestisce una sala slot operante a Montebelluna contro il Comune assistito dall’avvocato Fabio Roberto Favero e nei confronti dell’Ulss 2 Marca Trevigiana e l’associazione Comuni della Marca Trevigiana che ha sostenuto il Comune.

La sentenza del Tar va oltre la richiesta di sospensiva che era stata presentata dalla ditta ricorrente, ma entra anche nel merito dell’esame del ricorso.

 

Con il ricorso veniva chiesto l’annullamento, previa sospensiva, dell’ordinanza pubblicata lo scorso 26 febbraio ed anche dello schema di Regolamento elaborato sullo schema proposto dall’Associazione Comuni della Marca Trevigiana approvato dal Comune lo scorso anno e della delibera del giugno 2017 relativa alla mozione del consigliere Carmine Bianco su “ludopatia ed informazione”.

L’ordinanza - spiegano dal Comune di Montebelluna - è il risultato di un percorso amministrativo volto a contrastare l’insorgere di fenomeni devianti nell’utilizzo di slot machine ed apparecchi di vincita e ha lo scopo di dettagliare le limitazioni stabilite dal Regolamento. Tra i punti salienti, viene definito l’orario di esercizio dalle ore 8.00 alle ore 22.00 di tutti i giorni, compresi i festivi, nelle sale giochi e le sale di raccolta scommesse e dalla ore 9.00 alle ore 12.30 e dalle 15.00 alle 22.00 di tutti i giorni per le stesse attività se ubicate a distanza minore di 500 metri dai “luoghi sensibili” quali ad esempio istituti scolastici di ogni ordine e grado, biblioteche, urban center, centri di aggregazione giovanili...

Nello specifico il ricorrente - che prima fruiva di un orario H24 contestava la limitazione dell’orario di esercizio che con l’ordinanza da illimitato viene ora concesso nella fascia oraria che va dalle 8.00 alle 22.00. Tra le motivazioni addotte dal ricorrente il fatto che, trattandosi di un locale di svago, esso viene più comunemente frequentato nelle ore serali e notturne, ora interdette. Inoltre, la chiusura dalle 22 alle 8 comprime i ricavi della sala giochi e la costringe alla riduzione del personale che attualmente conta 4 dipendenti e alla riduzione dell’indotto relativo alla fornitura e manutenzione degli apparecchi da gioco e per la somministrazione di alimenti e bevande. Tra le motivazioni della sentenza, viene respinta la censura del ricorrente secondo cui il Comune non avrebbe compiuto specifiche indagini sull’incidenza del fenomeno della ludopatia nel territorio comunale, così come le censure relative alla violazione della libertà d’impresa, del principio di proporzionalità e di disparità di trattamento.

La sentenza, oltre ad annullare il ricorso, condanna il ricorrente anche al pagamento di 2000 euro per le spese di lite.

 

“E’ un’altra sentenza importante in materia che fa seguito anche ad analoghi risultati conseguiti da altri Comuni come quello di Bassano del Grappa, Oderzo, Mogliano Veneto e San Fior, perché genera un orientamento giurisprudenziale favorevole alla limitazione degli orari della sale da gioco ravvisando nel diffondersi delle ludopatie un vero e proprio rischio non solo per le tasche ma anche per la salute delle persone e gli equilibri delle famiglie - commenta il sindaco di Montebelluna, Marzio Favero -. Ringrazio l’associazione dei Comuni Marca Trevigiana per due motivi: il primo, perché ci ha coinvolti nel percorso della definizione di un regolamento che fosse solido e condiviso alle diverse amministrazioni in modo da renderlo meno aggredibile agli eventuali ricorsi. In secondo luogo ringrazio la presidente, Mariarosa Barazza, perché ha deciso di schierare l’associazione a fianco del Comune in questa causa”.

 

“La ludopatia è una piaga sociale che colpisce le fasce più deboli, per questo l’Associazione Comuni si è costituita a sostegno delle ragioni del Comune di Montebelluna - afferma Mariarosa Barazza, presidente dell’Associazione Comuni della Marca Trevigiana -. La vittoria al Tar segna un passo importante nella lotta che i sindaci trevigiani hanno intrapreso a beneficio dei loro cittadini. Da oggi i Comuni potranno stare più tranquilli e procedere spediti all’adozione degli atti per regolamentare l’accesso alle sale giochi, alle sale videolottery (VLT), alle sale scommesse”.

 

L’Associazione Comuni nel febbraio 2017 aveva lanciato il “Manifesto dei sindaci della Marca Trevigiana per l’attuazione di azioni di prevenzione del fenomeno del gioco d’azzardo e della ludodipendenza”, a cui hanno aderito buona parte degli enti locali trevigiani, e successivamente aveva studiato uno schema di regolamento comunale e uno schema di ordinanza per facilitare i Comuni a regolamentare un settore che, a fronte del guadagno di pochi, porta sul lastrico ogni anno centinaia di migliaia di persone rovinando intere famiglie.

“Eravamo fiduciosi perché sapevamo della bontà del nostro Regolamento - spiega il presidente della Commissione consiliare Regolamenti e Affari generali, Adalberto Bordin -. Dispiace dal punto di vista umano per la sala slot in questione, ma va ribadito ancora una volta l’ordine di priorità: chi amministra ha il dovere di tutelare la salute dei cittadini. Poiché la ludopatia è una vera e propria patologia, questa sentenza è una pietra miliare che dimostra come la Commissione consiliare che presiedo, assieme alla Commissione Urbanistica e Servizi sociali presiedute rispettivamente da Sergio Zanella e Andrea Piovesan, ed anche le minoranze, che ringrazio, abbiano lavorato in modo efficace”.

 


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