VITTORIO VENETO -  “Cari sindaci ma non era il caso di coinvolgere anche le associazioni del territorio in un accordo che le riguarda?”. Si rivolge direttamente ai sindaci degli undici Comuni del mandamento vittoriese il presidente dell’Unione delle Pro Loco di Treviso, Giovanni Follador (in foto), nel replicare alle notizie di stampa apparse nei giorni scorsi.

Stupore, non privo di disappunto, ha infatti suscitato tra le Pro Loco locali la firma di un accordo “a tutela delle sagre e della tradizione”: “Un accordo promosso dai ristoratori Ascom che ha trovato il sostegno di undici sindaci. Come presidente dell’Unpli non posso che farmi interprete dei sentimenti dei nostri volontari che oggi si chiedono: Come possono i nostri sindaci escludere gli organizzatori di manifestazioni storiche da un accordo che li riguarda? Forse devono dirci i ristoratori come e quando noi associazioni dobbiamo organizzare le sagre? Lascia perplessi poi che i primi cittadini scelgano di non confrontarsi con le associazioni che rappresentano linfa vitale per il territorio, motore propulsore di iniziative a puro scopo di promozione, anteponendo invece gli interessi di una categoria imprenditoriale. Se si vuole davvero la crescita del territorio, anche sotto l’aspetto culturale e turistico, il lavoro deve essere corale, nessuno escluso, tanto più i volontari. Per quanto ci riguarda non abbiamo mai messo preclusioni alla creazione di un tavolo di concertazione”.

Inaccettabili inoltre per Unpli i riferimenti alla “legalità” delle sagre emersi dall’incontro Comuni-Ascom: “Non accettiamo lezioni dai ristoratori: le Pro Loco si muovono secondo la legge, pagano le tasse e sono sottoposte ad infinita burocrazia per l’organizzazione di ogni evento. Non entro nemmeno nel merito dell’accordo, certo, che non spetti ad Ascom redigere un calendario delle nostre manifestazioni annuali sembra davvero scontato”.

Roberto Franceschet, Presidente Consorzio Pro Loco Quartier del Piave, aggiunge: “Le nostre Pro Loco non devono prestare le loro attrezzature per cene e pranzi non legati all’associazione stessa, questa è una regola già ben chiara. Ma ai ristoratori chiediamo rispetto nei nostri confronti, fino a prova contraria le regole in casa nostra le stabiliamo noi. Fatto salvo il rispetto dalla legge che vale per tutti”.