Sabato sciopero dei lavoratori dei supermercati: spesa di Pasqua a rischio
Anche nella Marca lavoratori e lavoratrici del comparto sono chiamati all’astensione dal lavoro per l’intero turno della giornata
| Isabella Loschi |

TREVISO - Niente rinnovo del contratto nazionale della distribuzione moderna organizzata, scaduto nel 2019. Il tavolo di trattativa tra sindacati di categoria e Federdistribuzione si è concluso con una rottura. Così Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno proclamato una giornata di sciopero per domani, sabato 30 marzo. Chiamati a incrociare le braccia i lavoratori e le lavoratrici dei supermercati e di tutte quelle aziende legate alla grande distribuzione organizzata: da Carrefour a Panorama, Lidl, IN’s, gruppo Unicomm (Famila, Emisfero e Mega), ma anche Obi, Leroy Merlin, Iper Montebello, Coin, Ovs e Metro. Spesa e acquisti dunque a rischio. Anche nella Marca lavoratori e lavoratrici del comparto sono chiamati all’astensione dal lavoro per l’intero turno della giornata di sabato 30 marzo. A Treviso poi, di fronte al Pam Panorama di viale della Repubblica, i sindacati hanno previsto un presidio dalle ore 10 alle 12.
Alla base della mobilitazione, spiegano le organizzazioni sindacali, “l’irresponsabilità di Federdistribuzione nel presentare inaccettabili richieste finalizzate a sabotare diritti e garanzie attualmente contenute nel contratto collettivo nazionale di lavoro e che le lavoratrici e i lavoratori della distribuzione commerciale hanno raggiunto a costo di sacrifici e di lotte nel corso degli ultimi decenni – spiegano i segretari generali Alberto Irone Filcams Cgil Treviso, Patrizia Manca Fisascat Cils Belluno Treviso e Massimo Marchetti Uiltucs Treviso)”.
Nel dettaglio Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs puntano il dito contro “l’introduzione di una flessibilità incontrollata e generalizzata con contratti a termine di durata indeterminata (oltre i 24 mesi), lo smembramento del sistema di classificazione del personale con l’attribuzione dell’addetto alle operazioni ausiliarie alla vendita a mansioni inferiori quali il pulimento di aree di vendita e servizi (come illegittimamente fanno alcune aziende associate a Federdistribuzione), l’azzeramento di ogni dignità professionale con il sotto inquadramento di chi ha la responsabilità di interi format commerciali complessi, la creazione di una nuova mansione adibita alla movimentazione delle merci trascinandola verso il quinto livello e svuotando l’attuale previsione al quarto livello, al solo fine di far risparmiare le imprese sulla pelle dei lavoratori. Inoltre - aggiungono i sindacati - non è stata data nessuna disponibilità alle richieste di parte sindacale di trattare in merito al tema degli appalti e delle terziarizzazioni e franchising”.