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29 marzo 2024

Treviso

S. Giuseppe a Treviso: "Congestionato dal traffico e penalizzato dall'aeroporto"

"Al quartiere manca una vera identità", il viaggio di Ascom nelle periferie della città

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San Giuseppe

TREVISO - Sorge sulla statale Noalese, che conduce verso l’aeroporto e verso Padova, e conta oltre 5mila abitanti. Situato vicino al centro ma penalizzato dal cavalcavia, il quartiere di San Giuseppe soffre il congestionamento della viabilità e l’inquinamento acustico. Due le grandi questioni che affliggono oggi il quartiere.

Il primo è il rapporto con l’aeroporto Canova - per alcune attività ricettive un vero toccasana perché porta turisti e clientela ai ristoranti; per i residenti ed altre attività più piccole è invece ancora una “spina nel fianco” ed un “elemento di alto impatto ambientale”.

Il secondo è la percorribilità della Noalese, che lo rende un quartiere molto trafficato e di passaggio veloce. A queste questioni si aggiungono i timori per il nuovo Aliper, nella zona del Parco Ducale, che aggiunge metri di grande distribuzione ad un territorio già inflazionato dall’offerta commerciale. Nonostante l’impatto forte di queste realtà, a San Giuseppe resiste la residenzialità, le attività commerciali che nell’insieme restituiscono un’offerta adeguata alle richieste delle popolazione, alcuni locali con nuove gestioni che cercano di darsi da fare con musica, eventi aperitivi.

Al quartiere manca però una vera identità di quartiere, da oltre un decennio spaccato sull’aeroporto e tagliato a metà dalla Noalese.
“ I problemi principali sono sicuramente il traffico, la viabilità e la vicinanza dell’aeroporto, mancano alcuni servizi, purtroppo ha chiuso da poco il fruttivendolo che sarebbe molto utile per garantire la spesa quotidiana ai residenti, soprattutto anziani - sottolinea Luigi Favaro, noto macellaio del quartiere - Alcuni lamentano anche lo sportello bancomat, altro servizio indispensabile. L’Ali che dovrebbe aprire creerà di sicuro un problema e molte preoccupazioni ai negozianti”.

“Lavoriamo bene con i bambini dell’asilo, con le merende, lavoriamo anche con l’aeroporto e coi clienti e camionisti di passaggio - racconta Verner Varetton, della gelateria Fantasy, aperta da 7 anni - Offriamo un servizio completo. Siamo stati penalizzati dalla burocrazia. Il Comune di ha impedito di trasformare il nostro cartello provvisorio a cavalletto in cartello fisso dopo tre anni di rinnovi consecutivi, dopo aver sostenuto i costi di grafica e pagato gli oneri ci hanno respinto la domanda. Era il nostro modo di intercettare la clientela di passaggio”.

Per alcune attività, come sottolinea Luca Busato, titolare dello storico ristorante al confine con Quinto, l’aeroporto Canova rappresenta un toccasana: “Negli ultimi anni il lavoro è cambiato: l’aeroporto ci ha portato la clientela business, siamo riusciti a sfruttare bene questo indotto”. Ma per altri il Canova rappresenta una spina nel fianco.

“Anche in questo quartiere- assicura Ascom – Confcommercio- la rete di vicinato è il vero antidoto al degrado sociale e la vera leva per rigenerare le città”.

 


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