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28 marzo 2024

Montebelluna

Sì al nuovo teatro di Montebelluna, ma c'è polemica tra i truffati dalle banche

Ok del sindaco alla proposta di una lapide sul nuovo teatro per ricordare le vittime del crac di Veneto Banca

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Risparmiatori traditi

MONTEBELLUNA – Il teatro si farà. Ieri sera il consiglio comunale di Montebelluna ha accettato i 5,5 milioni di euro da Banca Intesa per trasformare l’ex Tribunale in un teatro, questo l’esito del voto: sedici favorevoli (parte della maggioranza più Pd-Il futuro è adesso e l’indipendente Norma Marcuzzo), il voto contrario di Carmine Bianco del M5S, l’astensione di Francesco Bortignon e Fernanda Favotto (L’Alternativa Giusta) insieme ai componenti di maggioranza Valter Baseggio, Raffaella Beraldo e Andrea Piovesan.

Una decisione approvata ma sofferta che ha visto la sala consiliare gremita di risparmiatori truffati dalle popolari venete, che in occasione della seduta consiliare hanno anche posto uno striscione sulle colonne del municipio, con scritto “chiudiamo i conti con Banca Intesa”. Tra le fila dei consiglieri Valter Baseggio, e Andrea Piovesan militanti del don Torta che hanno fatto interventi particolarmente accorati, per ribadire che questo “regalo” non salda il conto con chi ha truffato i risparmiatori.



“I soldi per il teatro sono un’operazione di marketing – ha commentato Baseggio che rivolto a sindaco ha detto -. I soldi non si rifiutano ma avrei preferito maggiore attenzione da parte sua ai risparmiatori. Io non mi piego, la dignità non ha prezzo e mi astengo”. Piovesan quindi, ribadendo che inizialmente era stata simbolicamente chiesta l’ex sede storica di Veneto Banca ha sentenziato: “Quei soldi sono il sangue e la disperazione dei risparmiatori, non ci appartengono”.

Bortignon chiedendo se siano stati fatti studi di fattibilità economica e gestionale per il teatro ha affermato: “Aver fatto tutto di nascosto ha ferito la vita democratica della città”. Bianco invece ha proposto di restaurare Villa Binetti, sostenendo che il governo del M5S ha fatto molto per i risparmiatori. Quindi Quaggiotto ha difeso l’operato del sindaco spiegando che la riservatezza era necessaria per raggiungere il risultato.

I sindaco Marzio Favero ha poi spiegato che era impossibile poter avere la sede storica di Veneto Banca, per ragioni di ordine legale e burocratico e che questa è stato il naturale sviluppo della proposta. Ma il primo cittadino ha volto anche ribadire che non si fermerà qua, già da oggi rinnoverà il suo impegno per i truffati, con un dialogo non solo verso Banca Intesa ma anche con gli attori di Veneto Banca LCA in liquidazione coatta amministrativa, affinché non si verifichi una seconda e ancor più grave ondata di conseguenze, ai danni dei risparmiatori.

 

 



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