Rubata la carrozzina a un disabile
L'appello della vittima: "Sono le mie gambe"

Era una fredda giornata di gennaio a Torino, quando Fabrizio Calza scese nell'ingresso dello stabile in cui abitava, ignaro che la sua giornata stava per cambiare drasticamente.
Fabrizio, un giovane uomo costretto su una sedia a rotelle, era abituato alle sfide quotidiane che la sua condizione gli imponeva. Ma nulla avrebbe potuto prepararlo per ciò che stava per scoprire nell'androne del palazzo.
Con un sussulto di panico, realizzò che la sua preziosa carrozzina Kuschall era scomparsa. Non era un semplice oggetto, ma le sue gambe, la sua libertà, il suo mezzo per muoversi autonomamente nel mondo. In un istante, si sentì più vulnerabile e impotente che mai.
"Le mie gambe... hanno rubato le mie gambe", mormorò incredulo, la voce tremante di rabbia e disperazione.
Nei giorni seguenti, Fabrizio si trovò intrappolato non solo fisicamente, ma anche emotivamente. La carrozzina rubata era dotata di uno schienale posturale e un cuscino antidecubito, elementi essenziali per il suo comfort e la sua salute. Aveva persino una barra per agganciare il propulsore elettrico, permettendogli di muoversi liberamente senza dipendere dagli altri.
Determinato a non arrendersi, Fabrizio decise di condividere la sua storia sui social media. Con coraggio, scrisse un appello toccante su Facebook, descrivendo nei minimi dettagli la sua carrozzina nella speranza che qualcuno potesse riconoscerla e aiutarlo a ritrovarla.
"Mi auguro che il ladro, dopo essersi reso conto che quello che ha rubato non è un oggetto curioso ma sono le mie gambe, decida di lasciarlo da qualche parte dove sia possibile recuperarlo", scrisse Fabrizio, la sua voce digitale carica di speranza e vulnerabilità.
La risposta della comunità fu immediata. Il post di Fabrizio divenne virale, condiviso da centinaia di persone determinate ad aiutarlo. Messaggi di solidarietà inondarono la sua bacheca, offrendo non solo supporto emotivo ma anche aiuto concreto nelle ricerche.
Questa ondata di solidarietà mise in luce un problema più ampio: i crimini contro le persone con disabilità sono in aumento, con oltre 200 casi registrati solo nel 2022, un incremento del 15% rispetto all'anno precedente. La storia di Fabrizio divenne un simbolo di questa lotta silenziosa, attirando l'attenzione su una problematica troppo spesso ignorata.
Mentre le ricerche continuavano, Fabrizio si trovò a riflettere sul significato più profondo di ciò che gli era accaduto. Non era solo una carrozzina ad essere stata rubata, ma la sua indipendenza, la sua dignità, il suo diritto di muoversi liberamente nel mondo.
La sua storia ci ricorda che dietro ogni oggetto rubato può nascondersi un mondo intero, una vita che viene stravolta. Ci invita a riflettere su come possiamo costruire una società più inclusiva e consapevole, dove le persone con disabilità possano vivere senza paura e con piena autonomia.
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