ROMA - "Berlusconi mi ha chiesto di fare il grande sacrificio di andare avanti, altri sacrifici non me li ha chiesti, altrimenti sarei qui a dirvi cose diverse". Lo ha affermato Guido Bertolaso durante una conferenza stampa alla Camera. "Fino a quando non mi si dice che mi devo fermare io vado avanti, al momento non mi è stato chiesto", ha detto ancora l'ex capo della Protezione civile, ricordando a Ignazio La Russa, presente in sala stampa, che anche lui gli chiese di candidarsi. "Giorgia ha scelto un luogo prestigioso", ha poi aggiunto riferendosi alla scelta di Meloni di aprire la campagna elettorale al Pincio, "io andrò a Tor Sapienza o a Tor Bella Monaca".

"Il mio obiettivo è il 5 giugno e il 5 giugno i romani decideranno chi deve essere il sindaco di Roma", ha affermato ancora l'ex capo della Protezione civile definendosi "un vecchio democristiano" e ricordando che Giulio Andreotti è stato il primo presidente del Consiglio con il quale ha lavorato, ideando la legge 104 sui disabili nel dipartimento Affari sociali, mentre con il ministro della Difesa Beniamino Andreatta istituì il Servizio civile nazionale, lamentando che di questo non si parli in un articolo dedicato oggi da un quotidiano nazionale all'argomento.

Bertolaso si è poi detto "lieto" che il segretario della Lega, Matteo Salvini "si sia reso conto della situazione drammatica" in cui si trovano Roma e le sue periferie, "io lo sto dicendo da due mesi e passa. Non si tratta di dare un po' di cipria a situazioni evidenti, ma di dare soluzione a situazioni più nascoste e più complicate". Sui rifiuti la situazione a Roma è "molto peggio di quella che abbiamo visto a Napoli circa dieci anni fa, questi sono i problemi, non i sondaggi", ha ribadito.