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29 marzo 2024

Per Roberto Bolaño

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Luca Barbirati | commenti |

Roberto Bolaño

Ho cercato di fare il più in fretta possibile. Sono uscito dalla libreria e ho raggiunto il primo computer disponibile, in biblioteca, ancora con l'eco delle parole è l'unico romanzo dopo anni che mi ha fatto andar a letto tardi e risvegliare presto, necessariamente. E ancora è un libro che calma i nervi bacanti. Ho il fiatone e il computer si deve riavviare, giusto il tempo per riprendere il filo del discorso. Dalla colazione che non ho preso fino al pranzo che ho saltato, ho letto solo la prima parte, La parte dei critici, e non sono riuscito a trattenere per una sola pagina il riso. Le labbra si aprivano e fuggivano via per conto proprio, seguendo i continui rimandi letterari dei docenti universitari Jean-Claude Pelletier, Piero Morini e Manuel Espinoza, e non meno le lucide chiose della bella Liz Norton. Il centro è lo sfuggente quanto studiatissimo Benno von Arcimboldi, Nobel mancato dei primi anni 90, e tra i migliori scrittori in lingua tedesca dopo Kafka, Thomas Bernhard e Peter Handke. Roberto Bolaño aveva previsto di dividere in cinque differenti romanzi il definitivo 2666, forse per assicurare una rendita alla sua famiglia: la morte lo stava attendendo già da diversi anni. In Italia lo ha tradotto Ilide Carmignani, sua migliore traduttrice. Cercatelo in biblioteca, leggetelo in libreria, acquistatelo, regalatelo al vostro barbiere, ma non tornatevene a casa senza una vostra copia. Come ha detto Elias Canetti, da qualche parte, intanto possedetelo. I libri si possono conoscere in molti modi: comprandoli, leggendoli subito, o riscoprendoli come novità a distanza di molto tempo (per questo è importante averli sempre con sé).

Per la fretta scampanellavo urlando ocio... ocio..., ero in Piazza Duomo, e mi fanno Español?, e io No, errores...Veneto...Venezia...gondole. Un'altra lettera al Nord-Est.

Roberto Bolaño, 2666 (Adelphi, 2007)



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