La rivoluzione psicologica operata dal Covid
Come la pandemia ci ha già cambiati lo dice uno studio realizzato dal Consultorio del Centro della Famiglia di Treviso, presentato ieri mattina.
TREVISO - Se c’è chi, in tempo di pandemia, non ha smesso e continua anzi ad aver molto da fare, sono i professionisti del supporto psicologico. Il mondo e i modi sono cambiati, dentro e fuori ciascuno di noi: relazioni sociali, stili di vita, rapporti personali e familiari. Ne sanno qualcosa gli stessi consultori, come quello del Centro della famiglia, a Treviso, in via San Nicolò, che di persone, da quando è scoppiata la pandemia ad oggi, ne ha ricevute tante in cerca di aiuto e contenimento.
Non è solo sanitaria ed economica la pandemia: le ricadute sul piano psicologico e del vissuto individuale e collettivo sono notevoli e spesso assai poco piacevoli (stress, paura e ansia elevati), come il lockdown ha del resto dimostrato. Il centro di valutazione del Consultorio del Centro della famiglia di Treviso ha deciso analizzare i dati (e sono molto indicativi) di questi mesi pandemici: viene preso in esame il periodo tra settembre e novembre 2020, confrontato con gli stessi mesi dell’anno precedente; ma vengono analizzati anche quei mesi di giugno luglio e agosto dell’anno appena trascorso, durante i quali ci si era forse illusi che la pandemia stesse per terminare. Il lavoro è stato presentato questa mattina nella sede del Centro della famiglia a Treviso.
“Tra i fattori di rischio: il distanziamento sociale, che con isolamento e solitudine, acuisce i problemi di salute mentale; consumo di alcol o di sostanze, in aumento durante il lockdown, nei consumatori “a rischio”; la violenza domestica e gli abusi a causa del confinamento forzato in casa; la restrizione delle libertà personali”. E poi – aggiungono i curatori dell’indagine - si avverte forte la paura del contagio (di sé e come veicolo per altri) e il notevole stress soprattutto da parte di alcune categorie, come quella del personale sanitario. Non irrilevanti le preoccupazioni che dall’inchiesta emergono per l’occupazione e la diminuzione del reddito. Anche l’ informazione, quella che veicola informazioni false, produce ansia disorientamento e vera e propria paura.
Da non trascurare le preziose informazioni che dallo studio emergono a proposito di rischio di gesti suicidari in seguito a lockdown e isolamento. C’è poi chi ha chi ha perso familiari o amici e si è ammalato: “Potrebbe sviluppare sintomi depressivi quali sentimenti di disperazione, alterazioni dell’appetito o del sonno, apatia, irritabilità, o sintomi di un disturbo da stress post-traumatico, incubi”. Diffusa anche la preoccupazione di non essere in grado di prendersi cura efficacemente di bambini o di altre persone fragili, come gli anziani. Non manca nemmeno la rabbia, legata anche al pensare di essere esposti alla malattia a causa della negligenza altrui e “un forte senso di colpa qualora si sia sopravvissuti alla morte di un proprio caro senza poterne elaborare propriamente il lutto”. Il mondo è cambiato, dentro di noi prima di tutto.