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17 marzo 2025

Vittorio Veneto

Il ritorno di Cinema e Ambiente anticipa la primavera a Vittorio Veneto

La rassegna cinematografica prenderà il via il 25 febbraio. Intervista a Walter Dal Cin

| Carlo De Bastiani |

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| Carlo De Bastiani |

Cinema e ambiente Vittorio Veneto

VITTORIO VENETO - La primavera trevigiana si tinge di verde con il ritorno presso il Cinema multisala Verdi della tanto attesa rassegna Cinema e Ambiente. L’evento, curato dall’omonima associazione, prenderà il via il 25 febbraio, e si propone di incantare e sensibilizzare il pubblico con una selezione di opere che celebrano il connubio tra settima arte e natura.

La rassegna si aprirà il 25 febbraio alle ore 21.00 con “Le linci selvagge”, documentario con immagini mozzafiato. Ma il viaggio cinematografico è solo all’inizio. Il calendario promette altre perle rare, tra cui “No Other Land”, un documentario palestinese-norvegese che esplora tematiche socio-ambientali di grande attualità, e “Terra incognita”, un’opera italiana che vedrà la presenza in sala del regista Enrico Masi. Il fiore all’occhiello della rassegna sarà indubbiamente la proiezione, l’8 aprile, della versione integrale di “Dersu Uzala” del maestro Akira Kurosawa. Questo gioiello cinematografico, vincitore dell’Oscar come miglior film straniero nel 1976, sarà presentato nella sua versione integrale, rispettando la visione del regista giapponese. Kurosawa criticò aspramente i tagli subiti dalla pellicola nella sua distribuzione italiana. Questa proiezione rappresenta quindi un’occasione unica per apprezzare appieno la poetica del regista e il suo profondo legame con la natura.

L’Associazione “Cinema e Ambiente”, organizzatrice dell’evento, si conferma un punto di riferimento nel panorama culturale trevigiano. Il suo impegno non si limita alla promozione del cinema di qualità, ma si estende all’educazione ambientale e alla divulgazione scientifica e naturalistica. La rassegna si propone come strumento di sensibilizzazione, invitando i cittadini a riflettere sull’importanza vitale della salvaguardia dell’ambiente.

 

L'Intervista

Walter Dal Cin, curatore artistico della manifestazione, ha condiviso con noi preziose riflessioni sull'evoluzione e l'importanza di questa iniziativa:

Walter, qual è stata l’ispirazione iniziale dietro la creazione della rassegna “Cinema e Ambiente”?
Più che di “ispirazione” parlerei di “necessità”. Quella di proporre la visione di film e documentari che sottolineano la ricchezza e la contemporanea delicatezza delle relazioni che gli esseri umani hanno con l’ambiente in cui vivono. Questo più di dieci anni fa, in un contesto in cui stavano avvenendo profonde trasformazioni sia localmente (un’agricoltura spinta sempre più verso la monocoltura), che globalmente (l’aggravarsi della crisi climatica). Contemporaneamente si manifestava una nuova sensibilità che si esprimeva a livello mondiale producendo e diffondendo materiali audiovisivi che documentavano quanto stava avvenendo. Anche a Vittorio Veneto.

Come si è evoluta la rassegna nei suoi 11 anni di attività? Ci sono stati cambiamenti significativi nel pubblico o nella selezione dei film?
La “prima rassegna di film d’autore che trattano i temi e i problemi legati all’ambiente naturale, umano e culturale”, questa era la definizione che la presentava, è stata fatta 11 anni fa, nella primavera 2014, con la proiezione di 3 documentari presso la Biblioteca Civica di Vittorio Veneto: il classico “numero zero”.

Fin da subito, il gruppo originario che poi dato vita all’associazione “Cinema e Ambiente” ha compreso che lo spazio in cui incontrarsi per vedere questi film doveva essere quello di un cinema. La forma e la qualità della visione doveva trovare la miglior condizione per essere apprezzata e condivisa. Ovvio, quindi, essersi rivolti al Cinema Verdi e aver trovato un accordo di collaborazione che dura tuttora.

La scelta delle nostre proposte si è indirizzata soprattutto verso le produzioni internazionali che trovavano ospitalità nei migliori festival italiani dedicati ai temi ambientali, soprattutto al Festival Cinemambiente di Torino, che da allora ci ha fornito consulenza, contatti e anche distribuzione. Il contemporaneo aumento della produzione di documentari nazionali ha arricchito le scelte a nostra disposizione. Fondamentale è stato il contributo di alcune realtà culturali e produttive locali che hanno da subito riconosciuto la validità del nostro progetto. Dal 2015, la rassegna di Cinema e Ambiente ha sempre più coinvolto un pubblico extra vittoriese, raggiungendo nell’edizione pre Covid del 2019, grandi numeri di presenza. Dall’anno successivo all’epidemia, abbiamo variato la modalità della proposta che da rassegna concentrata è diventata rassegna stagionale, con proposte primaverili e autunnali.

Quali criteri utilizzate per scegliere i film da includere nella rassegna?
I riconoscimenti internazionali e nazionali: i premi ai festival e le segnalazioni su riviste specializzate, i consigli di associazioni amiche come Cinemazero di Pordenone … - L’importanza del tema: inquinamento – biodiversità - problema energetico – movimenti ambientali…
La possibilità di avere in sala il regista. Ad esempio: Enrico Masi, autore del documentario Terra incognita, che verrà il 25 marzo a Vittorio Veneto a presentare il suo lavoro. Purtroppo, l’esiguità del budget a nostra disposizione non ci permette di ospitare tutti gli autori che vorremmo.

Qual è stato il film o il tema che ha avuto il maggiore impatto sul pubblico nelle edizioni passate?
Probabilmente Un mondo in pericolo, il documentario che il regista svizzero Markus Imhoof ha dedicato alle api e al problema dei pesticidi, e che abbiamo presentato nella prima rassegna. Un documentario di grande qualità che ha colto la connessione locale-globale di un problema. Da allora, il rapporto tra biodiversità e produzione industriale del cibo ha trovato, quando possibile, continuità ed aggiornamenti nelle nostre proposte. Lo abbiamo fatto con documentari come The Milk System, presentato nel 2019, dedicato alla produzione del latte, e La fattoria dei nostri sogni, visto un anno fa, ed altri ancora.

In che modo la rassegna contribuisce alla sensibilizzazione ambientale?
Direi, prima di tutto, coinvolgendo il più possibile tutte le organizzazioni ambientaliste che operano nel nostro territorio. Organizzando con altre associazioni come LIPU, ISDE Medici per l’ambiente, ad esempio, incontri e convegni su temi come la biodiversità, l’inquinamento, la salute. Realizzando e promuovendo sul nostro sito delle schede didattiche di educazione ambientale per la scuola che proponiamo ad insegnanti ed operatori culturali.

Quali sono le sfide principali nell’organizzare una rassegna cinematografica dedicata all’ambiente?
La prima è di tipo economico: trovare i contributi che ci permettano di coprire i costi organizzativi di stampa, pubblicità e accordi con il gestore del cinema.

La seconda: trovare un equilibrio tra le varie proposte che facciamo, tra film considerati “impegnativi” ed altri più “contemplativi”. Tra scelte militanti e scelte d’autore. Ne è un esempio l’ultima rassegna 2025 che ben rappresenta questo tentativo di equilibrio, e che propone anche la visione integrale di un meraviglioso film uscito cinquant’anni fa, Dersu Uzala di Akira Kurosawa. Pochi sanno che l’edizione italiana del film, con grande disappunto del regista, era stata decurtata di una ventina di minuti. Quanti l’hanno visto nella sua dimensione “naturale”, quella proiettata in una sala cinematografica?

Avete notato un cambiamento nell’interesse del pubblico verso i temi ambientali negli ultimi anni?
Sicuramente l’epidemia di Covid 19 ha determinato un cambiamento. Nelle edizioni successive il pubblico si è come selezionato, direi quasi “specializzato” nelle scelte. Risponde in modo diverso alle proposte che facciamo e che, ripeto, non corrispondono più alla forma cineforum, ma ad una modulazione e distribuzione annuale delle nostre iniziative. In generale, però, la domanda delle domande è questa: come sensibilizzare le nuove generazioni rispetto ai problemi ambientali?

Secondo te in questi ultimi anni la sensibilità verso i temi ambientali è aumentata o diminuita?
Penso sia aumentata, sia più diffusa. Ma di più sono aumentati i problemi.

Quali progetti per il futuro?
Uno soprattutto: trovare giovani interessati a condividere e a far continuare i nostri progetti.

Grazie Walter, ci vediamo in sala il 25


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