Ritornano i voucher: "Una vergogna, precarizzano e incentivano il lavoro irregolare”
Così Alberto Irone, Filcams Cgil Treviso, sulla reintroduzione dei buoni lavoro da parte del governo per il settore alberghiero e della ristorazione
| Isabella Loschi |
TREVISO - “La reintroduzione dello strumento di flessibilità estrema dopo la sua abrogazione non è la risposta alla mancanza di addetti dei comparti ricettivo e turistico”. Dura la posizione della Filcams Cgil di Treviso dopo la proposta da parte del governo Meloni di reintrodurre, nel pacchetto di misure sul lavoro contenuto nella Manovra Finanziaria, i voucher per alcuni comparti, tra i quali il settore alberghiero e quello della ristorazione e della cura alla persona. “L’ennesima beffa ai danni di lavoratori e lavoratrici già duramente colpiti da precariato e bassi salari”, dichiara Alberto Irone, segretario generale del sindacato Filcams.
“Nonostante anni di battaglie, la raccolta di più di un milione di firme per il referendum e poi l’abrogazione nel 2017, si reintroducono buoni lavoro, come ricetta per incrociare domanda e offerta ma forse solo ed esclusivamente per abbattere il costo del lavoro per le aziende, un regalo a chi sfrutta il precariato e a chi ricorre al sommerso. Una vergogna”, tuona il vertice della categoria che per la Cgil trevigiana rappresenta gli addetti dei settori alberghiero, ristorazione e lavoro domestico, ovvero la platea coinvolta. “E’ inconfutabile che i voucher incentivano il lavoro irregolare, nascondono il nero e non riducono la precarietà così come dimostrato in tanti anni di utilizzo. Soprattutto, non è la loro assenza che ha determinato una diminuzione di personale, ma condizioni di lavoro e di salario che continuano a peggiorare e non sono più accettabili, nonché la mancanza concreta di manodopera”.
“In questa fase difficile, in cui il settore del turismo, così come molti altri, cerca di uscire dalla crisi prodotta dall’emergenza sanitaria, c’è bisogno di politiche di sviluppo strutturali, non di un ritorno al passato: formazione professionale, assunzioni stabili e buona occupazione”.