Ripubblicato "Gente di mare", l'umanità e i paesaggi tra arrivi e partenze lungo l'Adriatico capolavoro di Comisso
Il libro Premio Bagutta di Giovanni Comisso ora in libreria per la casa editrice La Nave di Teseo
| Lieta Zanatta |
TREVISO - «Si arriva per prati d’acqua, dopo avere rasentato paesi costruiti come scene di teatro di altri tempi e panorami di alberi con terreni erbosi di un verde prepotente sul precipizio azzurro del mare. Il vaporino attracca al molo arioso e subito ci accolgono i più vivaci sorrisi accresciuti dalla luce. La città è un aspro guscio d’ostrica dove tra riflessi di madreperla la vita fermenta. Sui gradini del primo ponte, vecchi pescatori curvi e frettolosi raggiustano le reti bruciate dal salso, tenendole tese con le dita dei piedi»
E' la prosa lirica – inconfondibile - di Giovanni Comisso (1895 – 1969) ne Una città di pescatori, la descrizione della vita di un abitato sul mare che apre la serie di racconti che inanellano Gente di mare, il fortunato lavoro edito nel 1929 dai fratelli Treves di Milano, e premio Bagutta lo stesso anno.
L'Associazione Amici di Giovanni Comisso annuncia che la casa editrice La nave di Teseo, dopo quasi cent'anni, ripubblica quel capolavoro di scrittura, di poetica, di sentimenti, di visioni paesaggistiche, che ha segnato l'ingresso dello scrittore trevigiano nella Letteratura italiana del Novecento.
Una edizione questa, curata dallo scrittore Paolo Di Paolo autore della prefazione, con la postfazione della letterata di narrativa contemporanea Benedetta Centovalli, stampata dalla Grafica veneta Spa di Trebaseleghe e appena arrivata in libreria.
Sono scritti che narrano del periodo che Comisso passò a bordo di un veliero chioggiotto, nell'estate del 1922, che faceva spola trasportando merci lungo le lagune veneta e di Marano, il Golfo di Trieste e poi giù fino all'Istria e la Dalmazia. Un frangente in cui lo scrittore ha avuto modo di osservare marinai, pescatori, contadini, osti, donne, bambini, e tutta l'umanità che vive i porti, così da carpirne gli umori, comprenderne i ritmi, catturarne l'essenza che ha saputo trasporre nel suo lavoro così come le descrizioni suggestive dei paesaggi, acquei e agresti, così carichi di impressioni da risultare incantati. Per parlare di approdi e di partenze che si susseguono come l'andamento delle onde, dove scoprire la dolcezza di un vagabondare nella libertà.
Gente di mare è un libro da rileggere di tanto in tanto, dove ritrovare, nella grazia della scrittura, il gusto del bello che ci trasmette il taglio osservatore di Comisso, quello che riesce nell'impresa, non facile, di riempire di levità e grazia stralci della nostra vita.
Giovanni Comisso
Nato a Treviso nel 1895, dopo gli studi classici si arruola volontario, partecipando alla Grande Guerra e all’impresa di Fiume. Rientrato dal fronte si laurea in Legge, ma abbandona presto l’attività da avvocato, per lavorare come libraio a Milano e successivamente come mercante d’arte a Parigi, dove ha un lungo sodalizio con il pittore Filippo de Pisis e con lo scultore Arturo Martini. Scrittore e giornalista, ha vinto il premio Bagutta con Gente di mare (1929), il premio Viareggio con Capricci italiani (1952) e il premio Strega con Un gatto attraversa la strada (1955). Ha viaggiato in Italia e all’estero come inviato speciale per riviste quali “Solaria”, “L’Italiano”, “Il Mondo” e i quotidiani “Corriere della Sera”, “Il Giorno” e “Il Gazzettino”. Muore nel 1969 a Treviso, che gli intitolerà dieci anni dopo l’omonimo premio letterario.
Info: www.premiocomisso.it