"Per la ripartenza del terziario necessario intraprendere nuovi percorsi"
Capraro: "Non basta cambiare, bisogna comprendere a pieno la “rigenerazione”"
| Isabella Loschi |
TREVISO - La pandemia inevitabilmente ha portato dei cambiamenti, sociali, tecnologici e abitudini di consumo e acquisto diverse, nuove, che ci porteremo dietro anche quando sarà finita. Per Confcommercio Treviso questa profonda trasformazione "investe non solo il terziario ma entra in ogni ambito: sociale, culturale, economico, territoriale, urbanistico, occupazionale, professionale, associativo. Per questo motivo l’associazione di categoria ha avviato un ciclo di incontri per dirigenti, imprenditori e funzionari sul tema della “rigenerazione”, ha spiegato il presidente Federico Capraro.
“La luce in fondo al tunnel, forse, si inizia a vedere, ma - ha spiegato Daniele Marini, docente e sociologo – bisogna essere consapevoli che “non è un’epoca di cambiamento, ma un cambiamento d’epoca, come alla fine dell’Ottocento quando sono arrivate le fabbriche”. Ecco dunque che in questa “quarta rivoluzione”, fatta di tecnologie, di digitale e di piattaforme, occorre riscrivere “un nuovo lessico” e apprendere i nuovi paradigmi con cui imparare a convivere, lavorare, progettare. Quattro sono i principali criteri con cui fare i conti e prendere decisioni. La velocità: la pandemia ha accelerato tutti i processi nell’economia e nella società; la bi-polarizzazione: aumenta la forbice tra settori e categorie; l’interdipendenza sistemica: siamo come in un condominio globale (tutte le azioni sono collegate), l’incertezza: è l’unica certezza che abbiamo, nessuno può prevedere. E così, in un mondo che ancora lotta col virus e che perde il 3,5% del Pil, con un’Italia che ne perde il 9%, occorre inforcare nuove lenti e intraprendere nuovi percorsi. “Le ricette per uscire dalla crisi e dalla pandemia ci sono, ma saranno molteplici, non univoche, perché la ripresa sarà multiforme”, spiega la Confcommercio Treviso.
“Emergeranno nuove logiche: dall’io passeremo al noi, siamo all’alba di un’epoca in cui la solidarietà ed un nuovo senso di comunità saranno il nuovo paradigma dell’innovazione, capace di coniugare sociale ed economia, che si ritrova in tre grandi parole: le reti, le relazioni, la resilienza. Le tre “R”. Ciò significa che nessuna impresa, nessun imprenditore, potrà “salvarsi da solo” ma quanto più riuscirà ad attivare nuove reti, ad avviare nuovi canali di vendita, a stabilire relazioni con imprese affini, a creare nuove filiere, a comprendere la centralità del cliente, tanto più riuscirà ad avere quelle perfomances positive che la pandemia ha sospeso e ridotto”. “Volendo ricondurre ad una sola parola le tre “R” indicate dal docente- ha concluso Capraro – “non possiamo che pensare all’associazione, di per sè già una rete, che aiuta a percorrere le strade del futuro”.