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20 aprile 2024

Italia

Rinviato il voto sulla legge-bavaglio

Salta l’accordo in Aula al Senato, il voto sul ddl diffamazione slitta a lunedì

| Carlo De Bastiani |

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Rinviato il voto sulla legge-bavaglio

ROMA - “La discussione sulla diffamazione è rinviata a lunedì e speriamo che il tempo porti consiglio. In particolare che passi il dimezzamento della pena pecuniaria, che oggi può arrivare a 100 mila euro”. Lo dice il senatore del PD Vincenzo Vita.

 

“Oggi - prosegue Vincenzo Vita - è passato un importante emendamento sulla rete a firma Li Gotti e Pardi, nella sostanza simile ad una proposta emendativa che ho presentato insieme al collega Vimercati. Si introduce la rettifica solo per le edizioni telematiche delle testate cartacee. Non si tocca quindi il complesso della rete. Purtroppo qualche momento dopo è passato anche un emendamento a firma Mugnai che reintroduce, invece, il concetto di “prodotti editoriali diffusi per via telematica”, riaprendo così serissimi problemi interpretativi che si trascinano da più di dieci anni, così come non è passato la soppressione dell'assurda norma sul libro. Insomma - conclude Vita - così non va”.

 

Interviene anche la Capogruppo PD Finocchiaro: “In alcuni interventi ho sentito toni contro il mondo dell'informazione che non mi sono piaciuti, ma spero che la prossima settimana si possa arrivare ad un testo e a un voto positivo”.

 

L'aula del Senato ha bocciato due emendamenti al ddl sulla riforma della diffamazione a mezzo stampa, a prima firma del senatore Felice Casson (Pd), che intendevano limitare la pratica delle richieste risarcitorie intimidatorie contro la stampa. Nelle norme proposte e bocciate, in caso di lite temeraria nella querela penale o di «mala fede o colpa grave» di chi agisce in sede civile nella richiesta di risarcimento, il giudice poteva stabilire un risarcimento a favore del giornalista che si è dimostrato non essere diffamatore. Il risarcimento che il giudice poteva assegnare al giornalista ingiustamente querelato sarebbe arrivato «fino a un decimo» della somma richiesta dal sedicente diffamato. “Eliminare il carcere non è sufficiente per dire che siamo in presenza di una buona legge.

 

E' incredibile che sui principi di libertà del diritto all'informazione e della responsabilità etica del giornalismo si pensi di poter trattare la materia come un qualsiasi negoziato sulle poltrone. Sicuramente vanno ringraziati tutti quei parlamentari che si stanno battendo con coerenza e rigore. Se non si è in grado di fare una legge buona e giusta, però, si proceda intervenendo solo sul punto su cui tutti sono d'accordo: l’abolizione del carcere, come anche il primo firmatario dell'ipotesi di nuova legge, il Senatore Vannino Chiti, va sostenendo dopo l'emersione di sentimenti di rivalsa e odio di tutti gli sconfitti della legge sulle intercettazioni”, dichiara in una nota Franco Siddi, segretario generale della Fnsi.

 


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