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20 aprile 2024

Castelfranco

Richiesta di concordato in continuità per la Ema.pri.ce di Possagno: fiato sospeso per 195 dipendenti

L'importante azienda proprietà della famiglia Daniele, ha ancora una possibilità di accordo per evitare il fallimento

| Maria Elena Tonin |

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| Maria Elena Tonin |

Ema.pri.ce.

POSSAGNO - Una storia ancora da scrivere: se per molti la richiesta di concordato in continutà, depositata lo scorso 17 dicembre dalla ditta Ema.pri.ce di Possagno, di proprietà della famiglia Daniele, è stata un fulmine a ciel sereno, lavoratori e sindacati, cercano, in qualche modo di tirare le fila e ipotizzare quale sarà il futuro per i 195 dipendenti, che, una volta consumate le ferie, saranno messi in cassa integrazone, per 7 settimane. La richiesta di concordato in continuità, permette all'azienda di continuare a tenere aperti alcuni cantieri e ipotizza una possibilità di accordo per evitare il fallimento. La parola chiave sembra essere, per ora, "attesa", anche se le tre sigle sindacali coinvolte, Filca Cisl, Feneal Uil, Fillea CGIL sono fiduciose di una positiva soluzione "perchè l'azienda è valida e le motivazioni adotte alla crisi, sono plausibili". Nell'attesa della nomina del commissario, auspicata entro fine gennaio, sono congelati crediti e stipendi non pagati. Il timore, inoltre, è che, anche se si riuscisse ad evitare il fallimento, non si riuscirà ad evitare un ridimensionamento del personale e le ricadute sulle aziende fornitrici.

"Dispiace che un'azienda come l'Ema.pri.ce viva questo momento di crisi" sono state le parole di Valerio Favero, sindaco di Possagno, raggiunto al telefono "una situazione che coinvolge molte famiglie di Possagno e Cavaso: in questo momento non posso dire cosa può fare l'amministrazione comunale, staremo a vedere come evolve la situazione. Siamo vicini sia all'azienda che ai lavoratori e, ovviamente, speriamo che si trovi una soluzione che soddisfi entrambe le posizioni".

Non ci è stato possibile in alcun modo contattare la dirigenza di Ema.pri.ce. Il consulente aziendale che si presentato in un primo incontro con i lavoratori e le organizzazioni sindacali, svoltosi nella giornata di lunedì, ha puntato il dito sul forte rialzo delle materie prime, dal ferro, aumentato del 120% al legno che registra variazioni tra il 120% e il 180% alle materie plastiche, che sfiorano il 200% di aumento, ma le sigle sindacali non si sbilanciano su quali possano essere le cause effettive che hanno portato alla richiesta di concordato. "La nuova normativa prevede che l'aumento dei costi sia plasmato tra fornitore e committente, ma poi bisogna vedere se i fondi sono già stati stanziati e se bastano" sottolinea  Andrea Padrin di Filca "Anche grazie agli incentivi, il settore edile è trainante con un indotto davvero importante. Ema.pri.ce in effetti è un'azienda particolare, che ha avuto un forte sviluppo in pochi anni, sia come numero di dipendenti che di acquisizioni, con molti appalti pubblici".  Concorde il collega Angelo Pandolfo: "Oggi vige il principio di congruità e le maglie per stare sul mercato per le aziende, sono più strette: Ema.pri.ce. rischia di aprire una strada".

L'azienda, di cui Chiristian Daniele è l'amministratore delegato, con sede in via Strade Nove, conta circa 250 persone e chiudeva il 2020 con un bilancio positivo, vedendo diminuire il proprio range di rischio impresa: un risultato decisamente non trascurabile, di questi tempi. Il Gruppo Daniele comprende anche la Settentrionale trasporti e la Graneco Rubber. La domanda di concordato è stata accolta dal Tribunale di Treviso in data 22 dicembre, essendo la sede di Bolzano meramente amministrativa: l'azienda di Possagno è invitata entro il 15 gennaio a presentare al tribunale relazione aggiornata della situazione finanziaria ed ha tempo fino al prossimo 15 febbraio per presentare una proposta definitiva di concordato o di accordo sulla ruistrutturazione dei debiti. Le organizzioni sindacali parlano di "lavoratori preoccupati" e di "dipendenti sconcertati". All'appello manca lo stipendio di novembre e, per gli impiegati, anche la tredicesima, ma i sindacati sono anche "fiduciosi che le procedure tuteleranno i dipendenti e fiduciosi sull'azienda".

 


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Maria Elena Tonin

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