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19 aprile 2024

Treviso

Riaperture ma con coprifuoco: "Dopo tanto tempo chiusi i ristoratori meritano scelte ragionevoli"

La posizione del presidente di Anci Veneto, Conte: "Basta contraddizioni serve chiarezza"

| Isabella Loschi |

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Mario Conte

TREVISO - I gestori dei locali della Marca sono al lavoro per organizzare plateatici e tavoli per accogliere i clienti da lunedì sia pranzo che a cena. Ma fino alle 22. E in caso di pioggia e prenotazioni saltate? 

Proprio il coprifuoco confermato alle dieci di sera e l'incertezza del meteo in questi giorni stanno facendo discutere. Da un lato c’è chi è contento di tornare a lavorare, dall’altro c’è chi trova questa misura “penalizzante” in vista della ripartenza.

Tra chi ha criticato la misura è il sindaco di Treviso e presidente Anci Veneto, Mario Conte firmatario, assieme ad altri primi cittadini e amministratori leghisti, di un appello al governo. “A mio parere, dopo tante sofferenze, i lavoratori dei pubblici esercizi meritano scelte ragionevoli e ragionate e non più contraddizioni. Accettano, come è giusto, i principi di gradualità e responsabilità, perché anche loro hanno avuto un parente o un proprio caro ricoverato o mancato per Covid. Ma non accettano, come è altrettanto giusto, norme cervellotiche e scoraggianti e chiedono chiarezza al presidente Draghi”, dice Conte. “Dopo tanto tempo devono poter organizzare un evento ad un orario consono, assistervi senza l'ansia dell'orologio. Devono poter gestire le prenotazioni in uno o due turni per la cena”.

Sulle riaperture è intervenuto anche il Commissario di Confcommercio Treviso, Tullio Nunzi. “Per mestiere, non posso che comprendere le imprese del terziario, soprattutto quelle piccole e medie, che aspettano di riaprire e che ogni giorno, da dietro il banco, alzando la saracinesca, producono e lavorano pagando 6 stipendi su 10. Per la precisione sono il 64% del totale delle imprese in provincia di Treviso. Animano le vie e le piazze dei nostri centri, svolgono un servizio di prossimità e vicinato, assicurano la spesa e il buon vivere di intere comunità”.

“A chi invoca lo “sfacelo” in vista della fatidica data di lunedi 26 aprile, tengo a dire che qui, nella sola Marca, sono a rischio, entro fine anno, 27 mila posti di lavoro, di cui 10 mila nei pubblici esercizi e nella ristorazione e, in generale, in provincia di Treviso, si sono già bruciati 1,6 miliardi di euro di valore aggiunto”.

 


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