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19 marzo 2024

Montebelluna

Rianimazione di Montebelluna al decimo posto in Italia per la qualità del servizio

L’Istituto Mario Negri di Milano ha analizzato i dati di oltre 200 rianimazioni a livello nazionale

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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Rianimazione Montebbelluna

MONTEBELLUNA - Decimo posto per il reparto di rianimazione dell’ospedale di Montebelluna nella prestigiosa classifica dell’Istituto Mario Negri di Milano che ogni anno analizza i dati di oltre 200 terapie intensive presenti sul territorio nazionale, decretando chi ha ottenuto i risultati più importanti in termini di efficienza e qualità del servizio.

“L’Uoc di Anestesia e Rianimazione di Montebelluna fa parte di un network di Terapie Intensive (Giviti, Gruppo italiano valutazione interventi terapia intensiva, che comprende circa la metà dei reparti di Rianimazione in Italia) coordinato dall’Istituto Mario Negri di Milano – spiega una nota dell’Ulss 2 -. I dati dell’attività del reparto vengono, ogni anno, analizzati dai medici, statistici ed epidemiologi dell’Istituto Mario Negri. Dati una volta raccolto che vengono restituiti ai reparti oggetto di studio ai fini di migliorare la qualità dell’assistenza medica ed infermieristica del paziente critico e la cura dei degenti in Rianimazione”.

Ecco tutti i numeri della rianimazione montebellunese per il 2019: la struttura che conta 5 posti letto, lo scorso anno ha accolto 278 pazienti, il 40% dai reparti chirurgici; l’età media dei ricoverati è stata di 67 anni con una degenza media di 5 giorni; quindi la mortalità è stata dell’11% (rispetto al 17% della media nazionale). Va ricordato che la Terapia Intensiva/Rianimazione è un reparto ad alta tecnologia che ospita pazienti che hanno necessità di assistenza e cure continue da personale medico e infermieristico specializzato.

A Montebelluna sono numerosi i progetti a cui il reparto, diretto da Moreno Agostini, coordinato dalla dott.ssa Patrizia Ruga e per la parte infermieristica coordinato da Bianca Trento, aderisce: il miglioramento dell’utilizzo degli antibiotici, il monitoraggio delle infezioni, l’utilizzo della cartella clinica informatizzata per raccogliere dati per ricerca scientifica.

“Il rigoroso ed imparziale confronto con le altre realtà, quello che gli economisti chiamano ‘benchmarking’, è un potentissimo strumento per innescare un processo di miglioramento continuo in un’organizzazione complessa, come è quella di un presidio ospedaliero e nel particolare di un reparto di Rianimazione – sottolinea Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2 Marca trevigiana – Abbiamo la fortuna che nei presidi ospedalieri della nostra Azienda abbiamo reparti di Rianimazione di alta professionalità ed è per questo che voglio ringraziare tutti gli operatori sanitari, di ogni ruolo, che vi lavorano con impegno ed estrema dedizione”.

 



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