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29 marzo 2024

Politica

Renzi serra le file del Pd, vola l'ipotesi Gentiloni

Rischiano la poltrona Stefania Giannini, Marianna Madia, Maria Elena Boschi e Beatrice Lorenzin

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Renzi serra le file del Pd, vola l'ipotesi Gentiloni

Due volte Paolo Gentiloni (in foto), una volta Padoan. Per chi è appassionato del genere, la statistica delle visite ricevute oggi da Matteo Renzi può essere indicativa. Il precipitare della situazione di Mps, oggetto scontato dell'incontro del premier con il ministro dell'Economia, mette ancora più in fila gli indizi. Il punto è che, dopo la breve vacanza dell'Immacolata a Pontassieve, Renzi è tornato al lavoro a Roma in coincidenza con la seconda giornata di consultazioni.

E, in sequenza, ha visto prima il ministro degli Esteri, poi quello dell'Economia, poi il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina e, in serata, Dario Franceschini. "Il Pd fa gioco di squadra" è il bilancio dell'incontro con il ministro della Cultura, un faccia a faccia importante, servito per un chiarimento dopo le tensioni degli ultimi giorni e svolto in una clima che è stato definito "collaborativo".

Il premier, insomma, ha fatto una sorta di 'giro di orizzonte' alla vigilia della sessione 'clou' delle consultazioni di domani , quando la delegazione del Pd salirà al Quirinale. I democratici offriranno al capo dello Stato sempre lo schema del governo di responsabilità, anche se l'ipotesi (insieme a quella dell'opzione istituzionale) ormai sembra fare solo da sfondo.

La palla è, infatti, ormai tornata a rimbalzare nel campo dem e la forchetta si è ristretta ad un Renzi bis o a un incarico al ministro degli Esteri, con l'ipotesi Pier Carlo Padoan ormai più indietro. Ieri l'orecchio di palazzo Chigi è ovviamente rimasto rivolto verso il Colle, per capire cosa i partiti dicono a Mattarella. I 'feedback' sono essenziali: "Il presidente è imperscrutabile. Ma è evidente che ha ben chiara la situazione e anche l'orizzonte", spiega in serata uno dei 'consultati'.

L'unica cosa che Mattarella avrebbe ammesso con chiarezza è che "bisogna fare presto". Non a caso in serata torna a circolare la voce di un colpo d'acceleratore, con l'incarico conferito già domenica. Quasi in contemporanea, Gentiloni varcava per la seconda volta il portone di palazzo Chigi. Se così fosse, domenica potrebbe essere anche convocata la Direzione Pd. "Renzi oggi ha lavorato da segretario del Pd", spiega uno dei Big del Nazareno che non a caso invita a guardare al rasserenamento del clima interno.

Come hanno fatto pensare le parole di Andrea Orlando: "Il nostro punto di riferimento è il segretario del partito che sta guidando una fase difficile. Tutti abbiamo condiviso la sua proposta in Direzione", ha detto il leader dei Giovani Turchi. Che ha anche aggiunto: "Credo che la durata del governo deve essere quella strettamente necessaria a fare la legge elettorale".

Quello dei tempi resta, infatti, ancora il tema forte legato alla nascita del nuovo governo. "Legislatura finita il 4 dicembre. Inutile accanirsi. Aspettiamo legge elettorale e poi si vada al voto", ha scritto non casualmente su Twitter Andrea Marcucci. Ma sciolto questo nodo, per la crisi di governo può scattare il conto alla rovescia verso la soluzione.

A conferma della possibile via d'uscita dalla crisi, il fatto che in serata è già partito il 'totoministri' del nuovo esecutivo. Se ci dovesse essere l''upgrade' del ministro degli Esteri a palazzo Chigi, alcuni dicasteri potrebbero cambiare.

Si parla di quelli guidati da Stefania Giannini, Marianna Madia, Maria Elena Boschi e Beatrice Lorenzin. Tra le conferme, invece, ci sarebbero Pier Carlo Padoan e Luca Lotti. Al posto di Gentiloni alla Farnesina potrebbe andare lo stesso Franceschini.

 



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