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29 marzo 2024

Politica

Referendum, sì o no a taglio parlamentari: cosa c'è da sapere

Il referendum è confermativo ovvero non si tratta di abrogare una legge, ma di approvare una riforma

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Referendum, sì o no a taglio parlamentari: cosa c'è da sapere

ITALIA - Tagliare il numero dei parlamentari o no? Questo il quesito per 46.641.856 italiani chiamati al voto per il referendum di domenica e lunedì. Ad essere precisi sarà questo il quesito che gli elettori troveranno nella schede verde chiaro: "Approvate il testo della legge costituzionale concernente 'Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari', approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n.240 del 12 ottobre 2019?". Sì o No. Risposta semplice.

Non lo è altrettanto la previsione sulla partecipazione. L'astensionismo potrebbe essere più alto laddove non ci sono altre votazioni ovvero regionali e amministrative che si svolgeranno contestualmente al referendum del 20 e 21 settembre. Inoltre, c'è un altro fattore che potrebbe pesare: i timori per l'emergenza Covid.

Si vota domenica e lunedì fino alle 15. Il referendum è confermativo ovvero non si tratta di abrogare una legge, ma di approvare una riforma. Gli elettori sono infatti chiamati a confermare o bocciare la riforma degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione italiana, modifica approvata dal Parlamento l’anno scorso che prevede il taglio dei parlamentari, riducendo l’attuale numero da 945 a 600, per un totale di 400 deputati (ad oggi sono 630) e di 200 senatori (al momento sono 315), mantenendo i senatori a vita (ma riducendone il numero, al massimo 5 in totale). Prevista anche una diminuzione dei parlamentari all’estero: i deputati scendono da 12 a 8, i senatori da 6 a 4.

Il quorum non serve per il referendum sul taglio del parlamentari trattandosi di un referendum costituzionale confermativo. L’esito delle urne sarà valido anche se il 20 e 21 settembre 2020 non si raggiungerà il 50% più uno dei votanti. A differenza di quanto succede invece con i referendum abrogativi, questa volta l’astensione dal voto non “varrà” come un no. Questo è il quarto referendum confermativo della storia della Repubblica italiana.

Se vincono i Sì il taglio dei parlamentari entrerà in vigore dopo le prossime elezioni politiche. Resteranno i senatori a vita nominati dal Presidente della Repubblica per altissimi meriti in campo sociale, scientifico, artistico e letterario, ma potranno essere un massimo di 5 (finora cinque senatori erano quelli che ciascun Capo dello Stato poteva nominare, secondo l’articolo 59 della Costituzione).

Quello di domenica e lunedì è un election day, ovvero una tornata elettorale che accorpa diverse elezioni: regionali, amministrative, suppletive e anche il referendum costituzionale confermativo. Gli scrutini saranno quindi a tappe. Si parte dalle suppletive (un collegio in Sardegna e uno in Veneto) il cui spoglio inizierà subito dopo la chiusura dei seggi lunedì alle 15.

Si prosegue con lo scrutinio del referendum costituzionale, quindi sarà il turno delle regionali. Successivamente, senza interruzione, si terra' lo scrutinio delle Regionali. Lo scrutinio delle comunali, invece, partirà da martedì mattina alle 9.
 

 



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