Rapinano il datore di lavoro: quattro arresti a Pordenone
Alla base della vicenda degli insoluti da parte del titolare di un negozio di kebab
PORDENONE - Arrestati per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, danneggiamento e rapina nei confronti del datore di lavoro per compensi insoluti.
Verso le ore 21.00 della serata di mercoledì 25 febbraio era giunta alla Sala Operativa della Questura di Pordenone una segnalazione da parte di un cittadino relativa ad una violenta lite tra più persone a Pordenone, via S. Caterina, nelle vicinanze di un “Kebab”.
Gli agenti delle volanti giunti sul posto avevano modo di notare un gruppetto di giovani che inseguivano una persona e una volta raggiunta iniziavano a colpirla con calci e pugni. Immediatamente gli agenti cercavano di calmare gli animi sottraendo l’aggredito dalle violenze dei quattro aggressori, mettendolo nella “Volante”.
Ciò nonostante i quattro iniziavano ad inveire verbalmente contro i polizotti, tanto da rendere necessario l’invio di altre due pattuglie dell’U.P.G.S.P. per gestire la situazione. All’atto di procedere all’identificazione delle persone coinvolte nella lite il gruppetto circondava l’auto della Polizia sulla quale era stato caricato l’aggredito.
In particolare due giovani cercavano con calci e pugni di aprire la portiera posteriore della “Volante”, per tirare fuori la loro vittima, danneggiando la carrozzeria dell’autovettura. Vista la situazione i poliziotti utilizzavano lo “spry oleoresin capsicum” in dotazione al fine di interrompere la violenta aggressione del gruppo di esagitati.
Tutti venivano accompagnati negli Uffici della Questura, dove i 4 aggressori risultavano essere 3 cittadini afghani ed 1 pakistano, di età compresa tra i 23 e i 27 anni, titolari di permesso di soggiorno per asilo politico e protezione sussidiaria e risultati essere gravati a vario tutolo da precedenti di polizia per reati in materia di stupefacenti, estorsione, rapina e ricettazione.
Gli stessi giunti in Questura proseguivano con le loro intemperanze, denudandosi, sputando per terra, dileggiando e denigrando i poliziotti. Si accertava, quindi, come l’aggredito fosse un 45enne pordenonese, datore di lavoro dei quattro, i quali rivendicando il pagamento di compensi lavorativi non ancora corrisposti, avevano rintracciato in via Santa Caterina il titolare, circondandolo e prendendolo a pugni.
A seguito delle violenze all’aggredito veniva diagnosticata una prognosi di giorni 5 per contusioni al fianco ed agli arti inferiori, così come anche due poliziotti della “Volante” ricorrevano alle cure del pronto soccorso ove venivano refertati 5 gg. di prognosi per contusioni post traumatiche alla spalla ed agli arti superiori.
Altresì, nel prosieguo degli accertamenti si riscontrava che uno dei quattro aggressori avesse rapinato il cellulare al datore di lavoro. Sussistendo, quindi, la flagranza a vario titolo dei reati di rapina, resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale, danneggiamento aggravato, i quattro cittadini stranieri venivano tratti in arresto e posti a disposizione del Pubblico Ministero di Turno per la celebrazione del rito per direttissima previsto per la odierna giornata, venedo associati 2 presso la locale Casa Circondariale e due trattenuti presso le camere di sicurezza della Questura.
Nel contempo, l’Ufficio Immigrazione della Questura di Pordenone ha avviato le procedure di revoca del permesso di soggiorno come disposto dal Questore della Provincia di Pordenone Marco Odorisio, stante la gravità dell’accaduto nel contesto di un tentativo di linciaggio e violenta ostilità contro gli agenti di Polizia connotata da una condotta denigratoria e di disprezzo verso gli agenti continuata anche negli Uffici della Questura.
Il Questore ha quindi espresso il proprio ringraziamento e la propria riconoscenza agli agenti delle 3 Volanti, “per aver saputo gestire con grande professionalità una situazione particolarmente complessa, salvaguardando non solo l’incolumità propria e dell’aggredito, ma anche quella degli stessi aggressori, le cui condotte violente e provocatorie sono proseguite anche negli Uffici della Questura, dileggiando e denigrando quanti quotidianamente sono al servizio della comunità e di tutte le persone”.