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28 marzo 2024

Castelfranco

Radicchio Variegato di Castelfranco, superfici per Igp aumentano del 37%

Dal ottobre via alla commercializzazione del prodotto certificato

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Radicchio Variegato di Castelfranco, superfici per Igp aumentano del 37%

CASTELFRANCO Iniziata ufficialmente la raccolta del Radicchio Variegato di Castelfranco IGP. Da disciplinare, infatti, è con il Primo di Ottobre che può prendere avvio la raccolta in campo e la commercializzazione della Radicchio Variegato di Castelfranco ad Indicazione Geografica Protetta, coltivato in Veneto, nelle province di Treviso, Padova e Venezia. Un momento strategico per l’avvio della stagione dei radicchi IGP, con l’inizio della raccolta del Radicchio di Treviso precoce partita da appena un mese ed il tardivo in campo ad attendere le prime gelate di novembre.                                         

 

“Un’annata – afferma il presidente del Consorzio di Tutela, Paolo Manzan -  che si preannuncia buona dal punto di vista qualitativo, grazie alle escursioni termiche giornaliere iniziate con il mese di settembre che recuperano l’andamento climatico registrato nell’estate appena terminata. Prosegue il trend di crescita positivo che ha contrassegnato l’ultimo triennio e che, a partire dal 2017, conta una maggiorazione del 37% delle superfici destinate alla produzione di Variegato di Castelfranco certificato”.

 

Dal 2012 ad oggi, in soli 5 anni, le superficie destinate al Variegato sono più che triplicate, arrivando agli attuali 167. “Si tratta di numeri che ne fanno sempre una produzione di nicchia e tuttavia con un peso sempre più significativo. Questa recente crescita, conferma l’importanza del riconoscimento portato avanti dal Consorzio di Tutela e del marchio di qualità – puntualizza il presidente -  sempre più richiesto dai consumatori e dal mercato. In particolare, il Variegato risente della particolare attenzione riservata dalla GdO, la grande distribuzione organizzata, che riempie i banchi frigo degli ipermercati grazie alla quarta gamma (prodotto lavato pronto al consumo) anche attraverso accordi di private lable con le aziende certificate”.                          

 

Ma in generale la crescita del prodotto certificato interessa tutte e tre le IGP tutelate dal Consorzio con sede a Quinto di Treviso: “La tendenza è segnata e credo irreversibile. Dopo vent’anni dal riconoscimento IGP siamo all’inizio di una nuova era – analizza Manzan -  per contrastare l’aggressione di un mercato globale, i nostri produttori hanno colto l’importanza della certificazione, anche per salvaguardare il prezzo del loro prodotto d’eccellenza. In molti hanno convertito i loro ettari da prodotto indifferenziato a IGP, d’altra parte, molte aziende agricole dei nostri territori hanno abbandonato colture poco redditizie per dedicarsi a produzioni ad alto valore aggiunto e hanno fatto ingresso nuovi soci”.

 

Entro dicembre 2017 è atteso anche l’approvazione definitiva del nuovo disciplinare di produzione che estenderà l’area IGP dalla stagione 2018 anche ai comuni di Marcon (VE) e Tribano (PD), portando così a 54 i Comuni dell’area di produzione (25 in provincia di Treviso).   Un vero boom di crescita si registrata anche per le superfici agricole dedicate Radicchio di Treviso Precoce, sul mercato ormai da un mese. In questo 2017 il balzo in avanti è di oltre il 99%, da produzione residuale ferma nel 2012 a soli 8 ettari in cinque anni si è arrivati a oltre 50. Un punto di forza per le varietà meno conosciute del tardivo che ambiscono a differenziarsi dalle produzioni ad imitazione coltivate sempre più frequentemente nei territori che non compaiono nel disciplinare.

 



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