Quattro ragazzi del Montebellunese in Sierra Leone da padre Boa, il prete che ha sconfitto Ebola
Il religioso originario di Badoere ha un orfanatrofio dove ospita anche bambini mutilati
MONTEBELLUNA – Francesca, Samuele, Angelica e Caterina quattro giovani del Montebellunese sono partito da poco per la Sierra Leone dove stanno dando una mano a un altro trevigiano don Maurizio Boa, celebre missionario originario da Badoere che ha lottato contro Ebola, salvando tanto vite e che ora gestisce un orfanatrofio. Un paese martoriato che nel 2015 è stato colpito da una violenta epidemia di Ebola ma che è stato anche vittima di scontri violenti tra la popolazione: eventi che hanno riempito luoghi come l’orfanatrofio di don Boa dove spesso i bambini arrivano anche in precarie condizioni fisiche.
Una situazione non facile per il religioso trevigiano che durante l’epidemia di Ebola ha messo a repentaglio anche la sua vita pur di assistere i malati. Ma don Boa non è tipo da scoraggiarsi e di recente ha attivato anche il Grest per i suoi bambii, come spiega: “Nel nome del Murialdo il Grest è iniziato oggi anche a Kissy Town... amicizia, allegria, fantasia e gioia. Grazie a Francesca, Samuele, Angelica e Caterina arrivati da lontano per essere in comunione con noi”.
Ma come è nato questo progetto di aiuto al missionario da parte dei giovani del Monebellunese? «Questa è un esperienza che abbiamo promosso come vicariato di Montebelluna per i giovani dai 20 anni ai 30 anni – spiega don Matias Franceschetto, precisando che -. Le esperienza proposte sono due la prima, appunto, in Sierra Leone dal 20 luglio al 8 agosto prestando servizio nella comunità di don Maurizio Boa che è un missionario originario da Badoere. Lui ha un orfanotrofio per i bambini orfani e mutilati, dopo le guerriglie che ci sono state in Sierra Leone; e poi c’è un’altra esperienza alla quale hanno aderito 30 giovani e questa la faremo il prossimo mese in Terra Santa dal 19 al 28 agosto. Quindi vanno considerate unite queste esperienze una più missionaria e di servizio e l’altra di riscoperta della fede per i nostri giovani che hanno risposto con una bella partecipazione con una buona adesione».