Quale futuro per la sanità e il sociale a fronte del calo delle risorse e della carenza di personale?
Focus a Valdobbiadene sulla situazione e sulle tante difficoltà che enti locali e utenti devono affrontare

VALDOBBIADENE - "Il futuro di sanità e sociale nei nostri territori" è il titolo della tavola rotonda organizzata dal gruppo consiliare "VIE-Valdo d'Italia e d'Europa”, lo scorso 15 febbraio a Valdobbiadene. L’incontro aveva lo scopo di informare, far riflettere e discutere dei tanti problemi con cui ogni giorno ci scontriamo in riferimento alla salute e alla sicurezza sociale, alla luce delle riforme in atto. L’iniziativa ha riscosso molto interesse da parte dei cittadini di Valdobbiadene e dei comuni limitrofi: l’Auditorium del Piva era gremito. L’incontro diviso in due parti, ha visto al tavolo dei relatori: Ivan Bernini della CGIL- Funzione pubblica del Veneto, Chiara Luisetto consigliere regionale PD, correlatrice della legge regionale che ha istituito gli ATS (Ambiti Territoriali Sociali), Francesco Orrù segretario provinciale CISL Treviso Belluno e il sindaco Valerio Favero presidente del Comitato dei sindaci del nostro ambito.
Dalle relazioni e dalla tavola rotonda è emersa la situazione critica della sanità pubblica, nazionale e regionale, alle prese con la crescente diminuzione di risorse economiche e la progressiva mancanza di personale, sia medico, sia infermieristico, sia per l’assistenza. Per mantenere la riconosciuta qualità del nostro servizio pubblico socio-sanitario “E’ necessario intraprendere un dibattito pubblico serio, onesto e responsabile” secondo Bernini. Da tempo conosciamo la riduzione progressiva delle strutture ospedaliere e dei posti letto, la mancata attivazione di servizi territoriali, la mancata riforma delle IPAB, il pensionamento dei medici di medicina generale e la pressione nei Pronto Soccorso; ora il progressivo invecchiamento della popolazione e la crisi delle nascite, il mancato adeguamento dei finanziamenti pubblici e un aumento del finanziamento al privato costituiscono la potenziale ,"tempesta perfetta" sull'erogazione dei servizi essenziali universali.
Non basta: crisi delle iscrizioni alle professioni sanitarie, demotivazione del personale, con turni sempre più pressanti e stipendi non adeguati, crescenti dimissioni o spostamenti verso il privato, determinano la “crisi degli organici”, dovuta alle scelte politiche degli ultimi dieci anni. Proprio dentro queste problematiche la Regione e i Comuni si trovano oggi a gestire il cambiamento dei nuovi servizi sociali: la cosiddetta riforma degli Ambiti Territoriali Sociali, ATS. Chiara Luisetto, consigliere regionale che ha partecipato alla realizzazione della riforma, afferma che "Questa riforma è stata voluta da tutto il Consiglio Regionale, perché considerata da tutti cosa potenzialmente positiva ", può cioè diventare positiva a patto che l’obiettivo principale rimanga quello del miglioramento dei servizi rendendoli sì omogenei nei vari comuni, ma elevando la loro qualità e soprattutto salvaguardando la loro “prossimità”, cioè la vicinanza anche logistica al cittadino. I comuni saranno chiamati ad individuare la forma organizzativa e a condividere le risorse, sia economiche che di personale, compresi gli assistenti sociali. I comuni ancora una volta dovranno fare i conti con i tagli al bilancio e le crescenti necessità sociali dei propri cittadini; il rischio potrebbe essere una condivisione al ribasso dei servizi sociali.
Anche in questo caso un nodo da sciogliere è, oltre alla carenza di personale, anche lo stato giuridico dei dipendenti comunali o dell’ULSS che dovranno cambiare datore di lavoro. La tavola rotonda conclusiva ha cercato di capire come, in questo contesto, si può collocare la realizzazione delle nuove strutture (Casa di Comunità, ospedale di comunità, Centrale operativa territoriale), comunque in forte ritardo sui tempi previsti dal PNRR. Il grosso punto interrogativo è sul loro effettivo funzionamento futuro, soprattutto come servizio pubblico: quale personale verrà assegnato a queste strutture, data la carenza di personale oggi esistente a livello sanitario e sociosanitario? Con quale organico le strutture potranno funzionare e da chi verrebbero gestite? Il gruppo VIE ringrazia il sindaco per la sua presenza all'evento e per il suo contributo alla discussione, tuttavia esprime il suo rammarico perché il Comune non ha concesso il suo patrocinio a una iniziativa, che voleva essere ed è stata, occasione di informazione e dialogo con la cittadinanza.
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