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29 marzo 2024

Nord-Est

Puzzer a Trieste si dimette, piazza ai no pass

Attesa per sviluppi della protesta ai varchi d'entrata

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green pass

TRIESTE - "Proseguiremo ad oltranza". Le parole sono le stesse ma a pronunciarle stavolta non sono i portuali del Coordinamento lavoratori di Trieste ma la portavoce di un altro 'gruppo', quello dei No Green pass di Trieste.

L'annuncio sancisce il passaggio di mano della 'piazza dai lavoratori all'eterogenea composizione dei contrari ai vaccini e al Green pass. Tra la fine della seconda giornata di manifestazioni e la terza, si consuma il passaggio del testimone. Mentre il Clpt si suicidava liquefacendosi tra errori di comunicazione e spaccature al suo interno, nella leadership è subentrata l'organizzazione che inneggia allo slogan più categorico, scandito dalle voci di migliaia di simpatizzanti: "No Green pass". 'Ciccio' Puzzer si è dimesso in mattinata. Lui, con esperienze deludenti in altri sindacati (Uil e Cisl e Usb) e cause (vinte) con aziende del Porto, sei anni fa con alcuni colleghi fondò il Coordinamento (Clpt). Prima battaglia: l'indipendentismo per l'attuazione dell'allegato VIII del Trattato di pace di Parigi del 1947, il cosiddetto Territorio Libero di Trieste. Puzzer, stimato tra i portuali, è battagliero, lo è stato anche contro Zeno D'Agostino, il presidente dell'Autorità portuale che ha riconosciuto il suo sindacato e ora se lo ritrova come avversario. La gestione della situazione da parte del Clpt è stata catastrofica: prima l'annuncio con una nota ieri sera che la protesta era finita poi la marcia indietro due ore dopo in seguito alla contestazione a Puzzer da parte di no vax e affini.

Un dietrofront che deve aver causato una crepa nel Coordinamento: la prova di forza esibita era sufficiente, la partita si poteva chiudere con un successo sui media e l'immunità giudiziaria (visto che non c'è stato alcun reale blocco del Porto, né qui né altrove in Italia).

Ma Puzzer è rimasto imprigionato nella folla che aveva aderito alla protesta e che non soltanto era cento volte superiore per numero e per provenienza (in bus sono arrivati da Lombardia, Veneto e altrove) ma sopraffaceva i portuali per maggior dimestichezza con la piazza e maggior efficacia comunicativa. Le tute gialle sono state brave a evitare qualunque disordine, i no pass, no vax e quant'altro a impadronirsi culturalmente della manifestazione con striscioni, strumenti musicali, fumogeni. Insieme le due anime hanno trasformato una protesta in una sorta di festa, tanto che stasera Puzzer diceva: "Questa non è una festa, non è una sagra".
Attaccando chi - e non si riferiva ai giornalisti - continuava a diffondere notizie a suo dire false e comunque con l'obiettivo ambiguo di creare confusione. Lontano dai microfoni indicava i responsabili nel movimento 3V, i no vax di Ugo Rossi, l'uomo che ha capitalizzato un piccolo patrimonio politico dopo l'arresto per aver aggredito due carabinieri 'rei' di pretendere da una donna di indossare correttamente la mascherina.

Come sarà la convivenza tra le tute gialle e il variopinto mondo no green pass? I portuali resteranno a presidiare fino al 20 Ottobre con uno sparuto gruppetto e non ci pensano nemmeno a ostacolare l'attività del Porto.

 



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