Psicosi Coronavirus: “Ci chiedono certificazioni sanitarie anche per il Prosecco"
L'allarme del presidente di Confagricoltura treviso: “I lavoratori non vengono a lavorare da noi per timore del contagio. Servono aiuti alle imprese"
| Isabella Loschi |
TREVISO – Ordini disdetti, rifiuto di lavoratori stranieri a lavorare nelle aziende agricole e richiesta di “certificati di buona salute” per il Prosecco, ma anche per l’ortofrutta e altri prodotti agricoli. A questo si aggiunge una raffica di prenotazioni disdette per gli agriturismi. È la situazione paradossale che stanno vivevano in questi giorni molti agricoltori trevigiani di Confagricoltura, sull’onda di una vera psicosi scatenata dopo la scoperta del contagio da coronavirus anche a Treviso.
“A preoccuparci sono le pratiche commerciali sleali, come le richieste di certificazione sanitaria dei nostri prodotti, dal Prosecco al bio, che stanno avanzando sia le catene di distribuzione europee, sia i singoli clienti – sottolinea Giangiacomo Bonaldi, presidente di Confagricoltura Treviso -. Una richiesta assurda, che non ha motivo di esistere, in quanto, com’è stato detto e ripetuto, il contagio avviene solo nel contatto tra persone. Un altro fenomeno che ci sta preoccupando molto è il rifiuto di lavoratori stranieri di venire a lavorare nelle nostre aziende. Ad alcuni associati dovevano arrivare braccianti romeni, che però hanno rinunciato a venire in Italia per paura del virus. Se la situazione dovesse protrarsi a lungo, sarebbe un rischio per tutto il comparto. Tra poco cominceranno le prime raccolte della frutta e la richiesta di braccianti per i seminativi e rischiamo di trovarsi in piena carenza di lavoratori. A questi problemi si aggiungono quelli creati dagli autisti di tir che non trasportano i prodotti verso l’Italia, in quanto rischiano la quarantena, mercati rionali chiusi, a differenza dei centri commerciali lasciati aperti, e, non per ultimo, disdette che stanno continuando a raffica delle prenotazioni negli agriturismi”.
Problemi ci sono stati nei giorni scorsi nel settore ortofrutta a causa del surplus di domande, che hanno generato uno squilibrio nella distribuzione e nelle consegne. Un’emergenza che ora sta rientrando.
Tutte cose che Confagricoltura ha denunciato al Governo e alla Regione Veneto, a cui è seguita una presa di posizione del ministro all'Agricoltura, Teresa Bellanova, che con una lettera inviata al presidente del Consiglio e al ministro della Salute chiede un intervento a livello comunitario contro le pratiche commerciali sleali e deroghe specifiche all'interno delle ordinanze sanitarie, per consentire alle aziende agricole di poter svolgere la loro attività.
“La grave situazione che si è venuta a creare richiede consistenti interventi economici di sostegno al settore e al reddito delle imprese, che non possono essere limitati ai Comuni compresi nell'area rossa del Padovano – rimarca Bonaldi -. Per sostenere l'economia in un momento così delicato sono necessari veri e propri interventi di ristoro dei danni subiti dalle imprese, la sospensione delle rate dei mutui, sgravi dei contributi previdenziali e degli oneri fiscali, cassa integrazione per i lavoratori del settore. Va bene l’anticipo dei pagamenti comunitari Pac (Politica agricola comune) del 2020, come ha annunciato il ministro Bellanova, ma è un momento in cui le aziende agricole per resistere hanno bisogno di ossigeno e sopratutto chiedono la possibilità di operare senza il peso opprimente della burocrazia”.