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28 marzo 2024

Castelfranco

Proteste contro la Dad: «Le scuole devono restare aperte».

Il Comitato genitori della scuola Masaccio si mobilita per sensibilizzare su un tema che mette in difficoltà bambini e genitori.

| Leonardo Sernagiotto |

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Proteste contro la Dad: «Le scuole devono restare aperte».

CASTELFRANCO - Un enorme cuore rosso, al cui interno capeggia la scritta «La scuola è libertà, felicità, gioia, condivisione, è stare insieme!». Tutto attorno, decine di cuori più piccoli, decoranti con l’impronta di una mano. È questo il messaggio che il Comitato genitori delle scuole Masaccio (primaria) e di Largo Asiago (infanzia) hanno voluto trasmettere in risposta alla chiusura delle scuole imposta dall’emergenza pandemica.

«I bambini delle scuole dell’infanzia e della primaria devono tornare a scuola» è il commento risoluto di Francesca Marcon, segretaria del Comitato genitori e tra le promotrici dell’iniziativa, che aggiunge: «La didattica a distanza (Dad) è insostenibile, soprattutto per i genitori che lavorano. Per noi queste chiusure non hanno senso. Le scuole riferite alla fascia d’età 3-10 anni hanno sempre rispettato le norme anti-contagio, tanto che non ci sono stati focolai di Covid qui a Castelfranco (addirittura alla Masaccio neanche un contagiato). Inoltre a novembre, con una situazione nettamente peggiore dal punto di vista della pandemia, le scuole sono rimaste aperte».

Per Marcon, paradossalmente le chiusure potrebbero peggiorare la situazione pandemica: «A scuola si seguono protocolli ben codificati. Invece, con i bambini in Dad, molti genitori devono affidarsi a nonni o babysitter, che potrebbero essere involontariamente contagiosi». Vi sono poi i problemi educativi, in quanto da più parti (tra maestre, educatori, psicologi) si sottolinea l’importanza della scuola in presenza e della vicinanza fisica tra bambini.

«Seguendo l’esempio della manifestazione di Treviso, la nostra iniziativa ha soprattutto lo scopo di sensibilizzare chi è più in alto. Sebbene la decisione della chiusura sia stata presa a livello ministeriale, Luca Zaia avrebbe potuto puntare i piedi e, dati alla mano, dimostrare che l’incremento dei contagi non ha correlazione con l’apertura delle scuole dell’infanzia e primaria» sostiene Francesca Marcon.

Infine un appello anche alla politica locale: alcuni studenti, con più difficoltà nell’apprendimento, devono presenziare a scuola, ma, mancando i servizi di scuolabus, i loro trasporto a scuola deve essere effettuato autonomamente, spesso in orari incompatibili con quelli lavorativi. Inoltre, le maestre devono gestire le lezioni telematiche da scuola, la quale (Masaccio) ha una connessione scadente, tanto che sono dovuti intervenire i genitori con “saponette” e altri dispositivi per il buon funzionamento della Dad.

 


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