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25 aprile 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

Prosecco tarocco, milioni di bottiglie sequestrate

Mescolavano il Prosecco con uve di bassa qualità, al setaccio le cantine della Docg

| Andrea De Polo |

| Andrea De Polo |

Prosecco tarocco, milioni di bottiglie sequestrate

VALDOBBIADENE – Scoppia la bolla del Prosecco: una maxi inchiesta dei carabinieri del Nas ha portato all’individuazione di numerose cantine (soprattutto dell’area Docg) che taroccavano il vino venduto ai clienti, allungandolo con altre varietà provenienti da uve meno pregiate. Quello che doveva essere un Prosecco Docg spumante è stato immesso sul mercato, in realtà, mescolandolo ad altre uve non consentite dal disciplinare, abbassando quindi la qualità del prodotto. L’inchiesta è ancora in corso, ma alcuni numeri sono già ufficiali: decine le cantine controllate, milioni di bottiglie sequestrate e destinate a essere declassate (cioè vendute non come Docg, a un prezzo inferiore) o distrutte.

 

Il caso è scoppiato durante l’ultima vendemmia, anche se gli investigatori del Nas (Nucleo Anti Sofisticazioni) si è concentrato sull’annata 2014. Una stagione strana, difficile, perché segnata da un andamento climatico sfavorevole. A far saltare la pulce al naso degli investigatori, il fatto che nonostante le condizioni avverse la produzione di Prosecco Docg, a inizio 2015, fosse esattamente uguale a quella degli anni precedenti. Come se l’annata 2014 fosse stata uguale a quelle che l’avevano preceduta. I controlli sono scattati subito, e il trucco è stato scoperto in fretta. I produttori allungavano il Prosecco, le cui uve (di varietà glera) o erano insufficienti per quantità o non raggiungevano un grado alcolico adeguato, con vitigni di qualità inferiore.

 

L’operazione, in realtà, è (parzialmente) concessa dal disciplinare di produzione, che consente l’aggiunta di alcune varietà in percentuali limitate, tra cui Verdiso, Perera, Bianchetta, Pinot, Chardonnay. In questo caso, però, alle altre varietà (alcune delle quali non autorizzate dal disciplinare, come il fragolino) i prosecchisti sono ricorsi a piene mani.

 

Uno scandalo paragonabile a quello che ha travolto, in Friuli Venezia Giulia, il Sauvignon, anche se lì le aziende coinvolte erano solo 17, mentre nella Docg sono decine le cantine controllate. «Adesso qualcuno rischierà di chiudere» sussurrano i produttori delle colline. In ogni caso, per la credibilità internazionale del Prosecco è un colpo durissimo.

 


| modificato il:

Andrea De Polo

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