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19 aprile 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

Prosecco "diverso" se coltivato nelle rive eroiche? "Solo il mercato può riconoscere un valore diverso"

Il presidente Nardi replica al sindaco Perencin

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

Colline Farra di Soligo

FARRA DI SOLIGO – Consorzio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore docg in prima linea per la tutela delle colline ora patrimonio dell’Umanità, ma non è suo potere, né della Regione, né dell’associazione nata a seguito del riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità, dare un valore diverso al prodotto dei vigneti delle rive eroiche di Farra di Soligo. «Solo il mercato può riconoscere un valore diverso» precisa Innocente Nardi, presidente del Consorzio, nella lettera che ha inviato al sindaco Mattia Perencin che pochi giorni fa aveva lanciato quell’appello.

 

«Vista la reciproca conoscenza e la complessità dei temi sollevati, sarebbe stato forse preferibile un confronto di persona, ma la sua scelta di rendere nota la lettera alla stampa mi impone di rendere pubblico anche il mio pensiero» scrive Nardi a Perencin. Il presidente ricorda che «i vigneti di docg delle colline di Farra di Soligo si estendono su una superficie di 600 ettari sui 7.500 ettari totali di Glera dell’intera denominazione. Il potenziale produttivo è di circa 7,6 milioni di bottiglie sui 92 milioni prodotti lo scorso anno, delle quali circa il 25% viene spumantizzato e venduto da cantine con sede nel comune di Farra di Soligo. Siamo pertanto consapevoli che il valore della denominazione, intesa come unica ed indivisibile, è e deve essere l’obiettivo dell’intera Comunità dei 15 comuni che la costituiscono».

 

Nardi, da viticoltore farrese, conosce bene cosa significhi “spaccarsi la schiena” per curare le vigne che scandiscono le rive eroiche e ricorda come «le recenti modifiche al disciplinare dell’area che delimita la menzione Rive sono una premessa fondamentale per la valorizzazione del duro lavoro nei vigneti particolarmente impervi». Una tutela che passa anche con la decisione di vietare l’impiego del potente diserbante, il glifosate, e con il contrasto alle speculazioni sui prezzi, oltre che con la comunicazione di cosa significhi viticoltura eroica e di come si differenzi da quella in pianura.

 

«Soprattutto in questi momenti è compito delle generazioni più giovani, siano esse amministratori pubblici o imprenditori, contribuire con il proprio coraggio a disegnare il futuro con conoscenza e coerenza – scrive Nardi a Perencin -. Sventolare la paura non ci permette di costruire il futuro anzi ci danneggia gravemente. Il Consorzio è sempre stato, e continua ad essere, disponibile ad accogliere eventuali proposte volte ad incrementare il valore e la reputazione della denominazione. Ritengo che dobbiamo essere consci che il mondo esterno ci guarda con ammirazione per quanto abbiamo costruito e perseguito. Il riconoscimento Unesco è stato attribuito per l’unicità del paesaggio e per la passione e la lungimiranza delle generazioni passate. A noi, che abbiamo la fortuna di coltivare questi vigneti, tra i più apprezzati d’Italia, spetta il compito di essere all’altezza dei nostri padri».

 

 

 

 

 



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Claudia Borsoi

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